PUBBLICHIAMO MAIL GIUNTE SUL CASO CAPERCHI-TOMMASI

Inserito il 19 marzo 2006 15:54 da Alessandro Bianchi in Angolo del Coach

CI SONO GIUNTE IN REDAZIONE DECINE E DECINE DI MAIL RIGUARDANTI L'ARTICOLO DI LEONARDO CAPERCHI SUL COMPORTAMENTO IN DIRETTA DI RINO TOMMASI, INIZIAMO A PUBBLICARNE DUE, CON OPPOSTE INTERPRETAZIONI, NATURALMENTE LO STAFF RIMANE A DISPOSIZIONE DI CHI VOGLIA DARE UN CONTRIBUTO.

Ricordiamo che sul forum, è possibile discorrere su quanto pubblicato.




 

  Sono un giornalista di Lecco, grande appassionato di tennis e abituale  utente di Tennisteen.it. Vorrei intervenire nella vicenda Tommasi-Caperchi.

Credo che le motivazioni addotte dal tecnico siano in parte  condivisibili e giuste. Il rispetto per l’essere umano, prima ancora che giocatore che fatica tantissimo per emergere, sia più che doveroso.
Mi vengono in mente alcune considerazioni.

Innanzitutto non è vero che Fabio Fognini, che è citato a esempio, sia un giocatore scarso, tutt’ altro. Anzi è la nostra più grande speranza per il futuro. E’ evidente che non tutti possano essere Nadal, Gasquet o Murray (per altro un giocatore che non credo farà molta strada, ma è opinione personale) e stare già nei primi trenta del mondo a 20 anni. Ognuno ha un periodo di maturazione molto soggettivo, complice anche l’attenzione di federazione, dei circoli, degli allenatori, oltre che della fortuna. E poi c’è l’ambiente, una delle componenti più importanti. In Francia, Spagna, Svezia o Usa, tanto per citare alcune nazioni, l’opinione pubblica è meno esigente che da noi, e lascia lavorare i giovani con tranquillità… senza chiedere vittorie o atteggiamenti da fenomeno a soli 18 anni… i tennisti trovano un terreno fertile a livello tecnico e
possono crescere con calma… il bacino di utenza è talmente superiore a quello italiano che il fatto che possano arrivare campioni è un fattore puramente statistico… più alto del nostro, naturalmente. Quindi credo che quei talenti che riescono a emergere vadano preservati e aiutati.

Anche io vorrei che in Italia si parlasse più di Fognini, Naso e Bolelli… ma la stampa italiana non aiuta il tennis. Lo fa quando c’è un fenomeno-baraccone da raccontare, sull’esempio distorto dei reality show ecc. ecc. Esempi: Baghdatis che dal nulla arriva in finale a Melbourne saltando il servizio militare, Nadal che gioca come un pugile, Borg che mette all’asta i trofei vinti a Wimbledon e altro…
Avete visto articoli o servizi su Mara Santangelo vincitrice a Bangalore? Poco o niente, mentre se l’Atalanta vince il posticipo serale di serie B contro il Crotone se ne occupano tutti con dovizia di particolari…

“Aiutati che Dio ti aiuta”, recita il proverbio.

Basterebbe poco, che la stampa aiutasse il tennis italiano… i giocatori sarebbero più rilassati e motivati e forse arriverebbero risultati migliori più in fretta, alimentando l’interesse della stampa stessa…
serve solo un po’ di coraggio, il curling (sport molto meno nobile e diffuso del tennis, sia chiaro!) alle Olimpiadi lo ha dimostrato.

Quanto a Rino Tommasi, che anni fa a Milano ho avuto il modo di conoscere, ha una peculiarità… quella di fare ironia, è vero, come se i giocatori italiani fossero sconosciuti e quindi meritevoli di una
risata dello spettatore, solo per il loro nome ostruso o per i modesti risultati. Ricordo che nel 2002, per commentare l’inutilità dei Campionati assoluti italiani, disse che il campione era “un certo
Potito Starace”…. pochi mesi dopo, a Parigi, tutti lo ammirarono mentre portava al quinto set nientemeno che Marat Safin…

Ci vorrebbe rispetto, sì, ma anche un po’ di lungimiranza e attenzione ai livelli più bassi, là dove cresce la radice che un giorno potrà dare luce all’ albero. Tommasi è un grande giornalista perché serio e puntiglioso. E’ capace di prendere posizioni dure, anche scomode. Ma a volte dovrebbe
essere più prudente verso ciò che non conosce a sufficienza. Ha l’esperienza per capire che Fognini può diventare un campione, come Caperchi giustamente crede e per il quale s’impegna.

Se il tennis latita sulla tv gratuita, è anche perché si è sempre troppo critici con i nostri ragazzi, che invece negli ultimi anni stanno risalendo la china. Prendetela con chi ha governato il tennis per decenni senza
investire, rischiando di affondarlo. Lo spettatore medio non conosce il retroterra, vede solo Agassi e Federer e, quando sente che Fognini ha passato le qualificazioni a Buenos Aires, risponde: “Chi è questo
Fognetti?”.

Con il massimo rispetto per tutti, viva il tennis e il tennis italiano.

STEFANO BOLOTTA




La seconda mail




Sono Alberto Guarnieri, giornalista del messaggero dove tengo ogni lunedi una rubrica di tv e sport. Sono francamente allibito dall'articolo su Tommasi.

Lui e Clerici, difficile scindere la coppia, sono universalmente riconosciuti i migliori commentatori tra tutti gli sport. Tanto che Fabio Fazio li ha invitati al suo Che tempo che fa e clerici è entrtao nella hall of fame del tennis.

Ma non sta qui il punto. Il nostro è uno sport grazie a dio sovranazionale, se no non le seguirebbe nessuno da anni visti i risultati dei nostri giocatori.

Pietire rispetto in quanto italiani è davvero singolare e credo diseducativo  per i giocatori.

Tutti tifiamo per i nostri ma grazie a dio non come faceva galeazzi

ALBERTO GUARNIERI