Enrico Slomp: "Io, nuovo allenatore di Miccini"

Inserito il 10 giugno 2008 02:19 da Matteo Veneri in Angolo del Coach
In questi giorni si trovano a Caldaro Giacomo Miccini ed il suo allenatore Enrico Slomp. Rudolf Meraner ha fatto qualche domanda ad Enrico Slomp.

TennisTeen - Image Da quanto tempo sei l’allenatore di Giacomo Miccini?
Il nostro rapporto inizierà ufficialmente il 18 giugno, in quanto in quel giorno terminerò il mio lavoro per la federazione. Però già nelle ultime settimane ho cercato di far coincidere gli impegni che avevo per la federazione con l’assistenza a Giacomo. Lui è in Italia da fine marzo e da li abbiamo deciso di iniziare la nostra collaborazione. In questo periodo ho cercato di andargli incontro il più possibile ed assisterlo, sempre se gli impegni con la federazione lo permettevano. A Parigi, da dove è arrivato ieri, ha dovuto andare da solo, perché ero impegnato e anche da domenica in poi per dieci giorni seguo un corso per la federazione. Ma dal 19 giugno sarà un’assistenza a Giacomo a tempo pieno.

Ma Giacomo è da Bollettieri in Florida. Come funziona?

Si lui negli ultimi quattro anni era da Bollettieri in Florida, e ci andrà ancora li. Da novembre a marzo lui si allena nell’Academia di Bollettieri e frequenta li la scuola e ha lo volontà di ottenere il diploma della scuola superiore. Io lo seguirò anche quando sarà in Florida, tutti i ragazzi promettenti di 15, 16 anni, che si allenano all’Academia di Bollettieri sono seguiti anche da un allenatore personale. Logicamente sarà un altro tipo di lavoro, più di sostegno. Per me questa è una grande opportunità di fare delle esperienze nuove.

Quali sono gli obiettivi di Giacomo per i prossimi anni?

Non ci sono degli obiettivi particolari di risultato. Su questo fortunatamente c’è perfetta concordia tra Giacomo, me e la sua famiglia. L’obiettivo è quello di crescere il più possibile, di fare esperienza, di dargli una mentalità sempre più professionistica che servirà in futuro per riuscire ad entrare in questa strada che vuole percorrere. Fortunatamente è una persona che vuole lavorare molto, ha degli stimoli molto grandi e il lavoro nell’Accademia lo aiuta molto in questo.

Quali tornei farà prossimamente?
Quattro settimane fa ha preso il primo punto ATP, questo gli dà la possibilità di non essere uno sconosciuto e di potersi iscrivere nei tornei Future. Sicuramente fino a novembre faremo come minimo 10 tornei Future, nell’estate in Italia e in autunno in America. Giocherà il Challenger di Recanati perché ha una wild card per il tabellone e perché questo è il suo circolo. Andremo anche in Inghilterra a giocare sull’erba due tornei juniores, tra i quali Wimbledon.

Giacomo gioca su tutte le superfici?
Sull’erba non ha ancora giocato. Vedremo. Sicuramente è nato sul veloce, ma credo che può giocare anche molto bene sulla terra. Ha un buon servizio e un buon diritto che sicuramente sono più efficaci sul veloce, ma con questi fondamentali si può esprimere bene anche sulla terra. Ovviamente ci vuole anche la maturazione fisica.

Hai detto che si impegna molto. Allora queste critiche che si leggono ogni tanto, che è un ragazzo viziato, non sono esatte?
Lo conosco da quando ha dieci anni. La prima volta l’ho visto nel 2002 in un raduno della federazione a Trento. No, non è assolutamente viziato. Anzi è un ragazzo timido, che esprime la sua timidezza in campo con un atteggiamento che qualche volta potrebbe sembrare essere viziato, perché non ha sempre il controllo su quello che succede in campo. Qualche volta è nervoso, deve imparare a gestire questo aspetto ma è assolutamente un ragazzo educatissimo.

Un’ultima domanda: Come mai vi trovate a Caldaro?
Sono un grande amico di Massimo, lo conosco da quando avevo 10 anni. Ho imparato a giocare a tennis da suo papà. Max è un grande amico ed è un grandissimo allenatore. In questi tre giorni Giacomo sta da me a Trento allora abbiamo chiesto a Massimo se potevamo allenarci due, tre giorni con Andreas, con Stefano e con gli altri ragazzi. Max è stato disponibilissimo e questo è il motivo per il quale veniamo ben volentieri a Caldaro.

Intervista a cura di Rudolf Meraner.