Australian Open U: Andreas Seppi, la vendetta è un piatto che va servito freddo

Inserito il 21 gennaio 2015 10:33 da Davide Paganin in ATP Tour
Seppi 6 GettyL'azzurro rende a Chardy la sconfitta subita nel 2013. Ora c'è Federer, impegnato in quattro set da Bolelli.


Nella foto Andreas Seppi (Getty Images)


Ace. Urlo liberatorio. 

Un po' come a dire: "Tiè Jeremy, stavolta ho vinto io". Una vendetta perfetta, arrivata esattamente due anni dopo quell'amaro ottavo di finale, quando Chardy (meritatamente dopo aver eliminato anche Juan Martin Del Potro) si impose in quattro set su un Seppi spento anche dalle fatiche sostenute nelle maratone con Denis Istomin e Marin Cilic. 

Come allora, Andreas vince il primo set per 7-5, per poi cedere con il punteggio di 3-6 il secondo parziale. Una sensazione familiare, amaramente familiare. In quel maledetto match del 2013 poi il transalpino si sarebbe successivamente imposto per 6-2 6-2. E l'inizio del terzo set non lascia presagire grandi speranze: il nostro sembra momentaneamente scarico, forse provato anche questa volta dall'ennesima sfida infinita con Istomin al primo turno. Il dritto va corto, troppe volte in rete. Il rovescio non incide come dovrebbe, un po' troppo timoroso e sul quale un gasato Chardy sale senza problemi prendendosi il dominio del rettangolo di gioco.

Sul 2-1 della terza frazione poi arriva la svolta: Chardy sembra improvvisamente più pigro sulle gambe, va costantemente in difficoltà con il rovescio. Seppi ritrova quindi fiducia, riprende progressivamente ad accelerare ed a muovere il gioco, concedendosi anche delle belle discese a rete per tagliare gli scambi ed insistendo con il back di rovescio per mettere sempre più in crisi il proprio avversario. Tattica che paga in toto: nel quarto gioco arriva il break, quindi arriva la fuga sul 4-1, complici le palle nuove e le prime di servizio che entrano con maggior costanza. Sul 4-1 30-30 l'azzurro però manca la possibilità di infierire a campo aperto con il rovescio, ripetendo lo stesso errore alla battuta sul 4-2 30-30. Si materializza un'insidiosa palla break a disposizione di Chardy, ma ancora una volta Andreas non si lascia andare e con un pesante ace va a prendersi anche questo game. Il francese, sempre più frustrato (per non dire rassegnato) non ci prova neanche ad allungare il set sul 2-5, così questa volta è lui ad incassare un 6-2 che pesa come un macigno sulle sorti dell'incontro.

Tutti pronti ad aspettarsi una reazione di Chardy o un calo di Seppi, visto il vizietto di quest'ultimo di andare al quinto set quando si presenta l'occasione. Invece no: subito break per il tennista di Caldaro, che fugge sul 3-0 e da quel momento non si fa più riprendere, piazzando anche un secondo break con il quale metteva in cassaforte il passaggio del turno. 

Chi di 5-7 6-3 6-2 6-2 ferisce, di 7-5 3-6 6-2 6-1 perisce. 


Questa volta non c'erano i quarti di finale in palio, ma ci sarà comunque un match importante in un palcoscenico di grande prestigio, visto che nel terzo turno ad attendere Seppi sulla Rod Laver Arena ci sarà Roger Federer.

Il campione svizzero è venuto a capo di un match sicuramente più complicato del previsto contro il nostro Simone Bolelli, che nella prima ora di gioco ha fatto vedere tutti i lati migliori del proprio tennis. Buona tenuta atletica, servizio quasi ingiocabile, rovescio sempre incisivo ed anche una nuova arma rappresentata da passanti tesi e piazzati, capaci di violare la copertura a rete del navigato avversario. Davanti ad un incredulo pubblico australiano, il tennista di Budrio si è tolto la soddisfazione di infliggere un 6-3 al numero 2 del mondo.

La classe del natìo di Basilea di certo non è venuta meno, visto che sarebbe comunque prevalso con il risultato finale di 3-6 6-3 6-2 6-2. Ma un Bolelli così non si è visto spesso, e forse il muro dei top-30 non è troppo robusto per poterlo abbattere nei prossimi mesi.

Ora Federer avrà tutte le intenzioni di fermare anche Seppi, che un set è riuscito già a prenderselo nei quarti di finale di Doha di tre stagioni fa. Per non parlare del precedente proprio qui agli Australian Open, quando Roger vinse in tre set ma solo per 7-5 7-6 6-1, dovendo annullare anche qui almeno un set point. 

Insomma i presupposti per dare ancora una volta battaglia non mancano. Appuntamento tra due giorni sulla Rod Laver Arena.























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