Italia-Ucraina, le parole delle protagoniste (5 febbraio)

Inserito il 5 febbraio 2012 19:48 da Matteo Veneri in Interviste
Schiavone n01Le parole delle protagoniste nella seconda giornata di Fed Cup a Biella tra Italia e Ucraina.



Dall'inviato a Biella, Matteo Veneri.

Kateryna Bondarenko (si è presentata in conferenza stampa con il cane, un pechinese di nome Princess):
"Non ho pianto dopo la partita, quando ero avanti lei ha cominciato a giocare come la normale Schiavone che tutti conosciamo. Era un classico match da Fed Cup, nei tornei è più facile giocare perchè sei solo te stessa, qui sei con tutta la squadra. Credevo fortemente in me stessa, ma evidentemente non abbastanza.

Non voglio cancellarlo dalla memoria questo match, ora sicuramente so che lei può cominciare a giocare davvero da Schiavone, può cominciare all'improvviso a correre e giocare bene."

Francesca Schiavone:
"Non vi so dire come si ribalta un match così, non so esprimerlo a parole. Ti lasci andare, le tensioni scendono e il gioco cresce di conseguenza. Lei ha dubitato un pò e io con l'esperienza ce l'ho fatta.

Ho spinto leggermente, neanche troppo perchè andava automaticamente in rete o lunga. Nel terzo sul 4-3 ho avuto la possibilità, ho pensato "lei non sa vincere". Ho visto i fantasmi durante questa partita, ma alla fine ci ho messo personalità e anche un pò di gioco. Ho fatto un ottimo ultimo game al servizio.

Ieri il pubblico non era freddo, ero io ad essere fredda, sento tanta passione, non so se è per il tennis o per la Nazionale, mi hanno davvero aiutato tanto.

Chiedo a me stessa adesso di giocare più "da Francesca" prima, non solo sull'orlo della sconfitta. Il mio obiettivo dev'essere studiare l'avversaria nei primi 5/6 game, e spesso purtroppo la partita mi va via veloce all'inizio, dovrei studiarla di più.

Mai pensato a mollare, gioco per una squadra e non posso permettermelo. Oggi la prendevo anche male, mi sentivo scoordinata. Ho fatto uno sforzo incredibile per arrivare ai momenti decisivi della partita. Ho imparato però che anche quando giochi male puoi portare a casa la partita.

A volte siamo troppo "multitasking", pensiamo a troppe cose in contemporanea. Pensavo al mio gioco, a tutti gli aspetti del mio gioco, e quindi mi è capitato anche di dimenticarmi il punteggio talmente pensavo a quello che dovevo fare. Cercavo di capire come uscire da quella situazione di svantaggio.

Ogni volta che giochiamo con l'Ucraina succede qualcosa di brutto, Olbia, Karkhiv, questo weekend, non è che portano un pò sfiga?"


Sara Errani:
"Ho sentito male alla fine del primo set, nell'ultimo game, una fitta fortissima sul ginocchio in un cambio di direzione. Nel primo game del secondo set ho poi sentito un'altra fortissima fitta, e poi un altro paio meno intense. Poi sentivo dolore e avevo tanta paura di muovermi.

Mi sentivo insicura prima dell'infortunio, perchè lontano dalla riga di fondo campo affondavo nel campo, non so se è stato questo il motivo dell'infortunio. Sono preoccupata perchè ci tenevo tanto a questa partita, e ho anche un pò di paura sperando non sia nulla di grave.

La Tsurenko mi ha sorpreso molto, gioca benissimo."


Medico della Fit Angelo Giglio (sulle condizioni di Sara Errani):
"Sara ha avuto una compressione disco meniscale, in pratica il peso corporeo è affossato nel menisco, ha avuto un dolore fortissimo. Il ritiro è stata una scelta immediata per evitare problemi più seri, sicuramente la scelta più giusta. Il ginocchio adesso non è gonfio e tutto il resto a posto, riesce anche a camminare bene. Domani mattina faremo una risonanza magnetica per avere un'idea migliore della situazione."

Roberta Vinci:
“Non giocavamo insieme io e Flavia dal 2003 con la Svezia, poi una partita così importante. Loro mi sembravano più tranquille rispetto a noi. Nel terzo set abbiamo fatto qualche lob in più e io sono intervenuta maggiormente cercando di mandarle in confusione. Il pubblico ci ha aiutato tantissimo. Le palle mi sembravano molto veloci”.

Flavia Pennetta:
“Nel secondo set ci siamo forse rilassate un attimo dopo il 7-5 del primo set. Dopo il parziale di sette giochi a zero subìto era difficile, avevamo tante responsabilità. Non era facile dimostrare l’unione in un duo che non giocava insieme da tanto. Non c’è un doppio migliore, come ci gira ci gira. Al pubblico voto 10, oggi sono stati davvero eccezionali con gli spalti pieni e un gran tifo. Le palle erano veloci e rimbalzavano tanto, volavano via, soprattutto quando cambiavamo le palle.”

Corrado Barazzutti:
“Una delle più difficili sfide di Fed Cup, perché non ce le avevo tutte in condizioni perfette. Per fortuna avevamo il dottor Giglio che ce le ha sistemate un po’. La Tsurenko? Molto coriacea, veramente brava. Nella scelta del doppio sono stato aiutato, perché noi siamo un team e ci parliamo molto. E’ importante il rapporto tra due doppiste, l’affiatamento, è importante essere amiche, prima che considerare l’aspetto tecnico. La Schiavone poteva non giocare oggi, ma parlandomi ieri sera mi ha detto che aveva intenzione di giocare e io volevo farla giocare, quindi è scesa in campo.”

Capitano ucraino Igor Dernovskyi:
“Speravamo di arrivare al doppio decisivo, ma sapevamo che contro l’Italia non era per nulla facile.”

Olga Savchuk:
“Un match molto emozionante, soprattutto perché era un match decisivo per le sorti della sfida.”

Lesia Tsurenko:
“Abbiamo avuto buone chance di vincere oggi, ma questo è comunque un risultato brutto, non ci importa come sia arrivato, quello che conta è che abbiamo perso. Spero di giocare bene anche negli altri tornei, con questa fiducia, questo gioco di piedi, questo servizio.”

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