Federer torna Re di Madrid

Inserito il 13 maggio 2012 20:57 da Redazione in Internazionale
FedererRoger vince una tiratissima battaglia con Berdych: 3-6 7-5 7-5. Ventesimo successo in un Master 1000, il 74 esimo titolo in carriera...


di Daniele Rossi - Tennis Italiano

Emozioni e spettacolo: il discussissimo Mutua Madrid Open si chiude con una splendida finale, lunga, tirata ed emozionante. Alla fine l'ha spuntata ancora una volta Roger Federer per 3-6 7-5 7-5, in due ore e trentasette minuti, su Tomas Berdych, a tratti incontenibile, ma cronicamente “debole”, quando si è trattato di chiudere. La famigerata terra blu e ovviamente l'altura della capitale spagnola, ha favorito un tennis propositivo e offensivo, rendendo spettacolare questa finale, ricca di colpi vincenti e soluzioni che hanno fatto spellare le mani al pubblico.

Il primo set si apre subito con un break a favore di Berdych, che sfrutta una sciocchezza di Roger e una risposta vincente di rovescio. Il leit-motiv dei primi game sono i< b>pesantissimi colpi del ceco che fanno i buchi nel terreno. Federer fa fatica a tenere il servizio e sembra quasi avere difficoltà fisiche. Sul 5-2, lo svizzero deve già annullare due set point, ma con due buone prime ritarda l'inevitabile conclusione, che arriva pochi minuti dopo, quando Berdych fa suo il primo parziale.

L'inerzia sembra tutta dalla parte dello spilungone ceco, ma un po' a sorpesa Roger effettua il break mettendo a segno uno splendido diritto vincente a sventaglio. Sul 3-1, Berdych risale da 40-15 Federer a palla break, ma l'elvetico la annulla con un ace. Stessa sorte per Tomas, che cancella una palla break sul 4-2 con un servizio vincente. Sul 5-3 Federer va a servire per il set, ma dopo non aver sfruttato un set point sul 4-3 (grande scambio chiuso da un passante vincente di Berdych), è costretto a cedere ancora la battuta. Il numero 7 del mondo dunque rimonta, ma sul 6-5 commette un errore dopo l'altro e cede la seconda frazione con un doppio fallo.

Nei primi game del terzo set, il campione di Basilea fatica tantissimo a tenere la battuta: sia nel primo, che nel terzo gioco, deve annullare nel complesso tre palle break, tutte cancellate dal servizio. E dopo non aver sfruttato queste occasioni, è proprio Berdych a perdere la battuta; sul 4-3 si trova sotto 0-40. Mette a segno tre ace di seguito, ma vanifica tutto con due doppi falli che significano break. Come nel secondo set, Roger va a servire sul 5-3, ma anche stavolta si fa breakkare. La storia si ripete analoga anche per la conclusione: sul 6-5 Berdych si trova sotto 0-40 (gravissimo l'errore di diritto sullo 0-15), ma riesce ad annullare i primi tre match point. Sulla parità però butta fuori un semplice diritto a campo aperto, dopo una strenua difesa di Federer. Al quarto match point il ceco soccombe, affossando un diritto in rete dopo una velenosa risposta in back dello svizzero.

Partita bella e densa di emozioni, in cui Berdych ha messo in mostra la potenza e la precisione dei suoi colpi; a tratti è sembrato davvero un treno in corsa inarrestabile. Col passare del tempo però, Federer è riuscito a trovare le contromisure, approfittando anche di un calo fisologico del ceco. Roger non ha giocato al meglio, sicuramente peggio rispetto alle prestazioni precedenti, ma ha messo in campo tutto il cuore e la voglia di vincere che ancora accompagnano questo straordinario campione. Più volte si è salvato col servizio (alla fine saranno 12 ace, anche se solo il 42% di punti vinti con la seconda), giocando a tratti anche in maniera umile, cercando la difesa da fondocampo per destabilizzare un Berdych che continua a rimanere un oggetto misterioso. Sicuramente in crescita, ha dei colpi fenomenali e non sembra davvero mancargli niente, ma ancora una volta è inciampato sul traguardo. A testimoniare la qualità della partita, entrambi finiranno con 42 vincenti, 30 errori gratuiti Federer, 27 Berdych.

Si tratta del ventesimo Master 1000 in carriera per Roger, il sesto sulla terra, il terzo a Madrid, mentre questo è il suo quarto titolo stagionale, il 74esimo complessivo. Alla faccia di chi l'ha dato per finito innumerevoli volte, Federer da domani tornerà ad essere numero 2 del mondo, con un pensierino alla vetta.

Nella vittoria di Federer c'è stata anche la capacità di adattarsi, di soffrire e di capire come giocare al meglio su questa superficie. Le polemiche scaturite dai giorni scorsi sono dovute ad un innegabile scivolosità, data però non dal colore ma dal fatto che ci fosse un sottile strato di terra sul cemento e che i campi obiettivamente non erano stati preparati al meglio. Le difficoltà di equilibrio però ci sono state per tutti, quindi tutti partivano dalle stesse condizioni e Federer è stato il più bravo ad adattarsi. E' chiaro che qualcosa in questo senso dovrà essere cambiato, ma dal punto di vista cromatico è stato un successo: visivamente parlando la terra blu è più rilassante, permette una migliore visibilità e rende più facile individuare i segni lasciati dalle palle. E anche la velocità ha privilegiato lo spettacolo: raramente si è visto un torneo in cui sono stati messi a segno tanti vincenti e in cui è stato promosso il gioco propositivo. Considerando che tutti gli altri tornei stanno andando verso un omologato rallentamento, Madrid offre una piacevole alternativa.
Ion Tiriac, fischiatissimo alla premiazione, non lascia ma raddoppia: terra blu sarà anche l'anno prossimo e ci saranno anche le palle fosforescenti. Con buona pace di Djokovic e Nadal.

Da domani si torna in pista sulla tradizione terra rossa del Foro Italico. Le condizioni rispetto a Madrid saranno molto diverse, Federer giocherà con Berlocq o un qualificato, mentre Berdych aspetta Kubot o Starace.

Intanto però, il re di Madrid torna ad essere lui, Roger Federer.

FINALE
Federer b. Berdych 3-6 7-5 7-5

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