Massimo Sartori: "Amburgo, che torneo. Andreas sta bene."

Inserito il 9 giugno 2008 07:05 da Rudolf Meraner in Angolo del Coach
Intervista di Rudolf Meraner a Massimo Sartori, coach di Andreas Seppi. Il nostro inviato speciale a Caldaro analizza il gran torneo di Amburgo di Andreas, e fa il punto sulla stagione e sul momento di forma del giocatore.

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Ciao Massimo, mi racconti un po’ del torneo di Amburgo?
È stato una settimana fantastica, un bellissimo ricordo. Penso che non sia venuto per caso, ma penso che sia stato preparato, che Andreas era pronto per giocare un buon torneo sulla terra rossa. Quest’anno ci è voluto un po’ che si abituasse alla terra, ma poi quello che ha fatto ad Amburgo è stato un ottimo risultato. Ha giocato cinque partite buonissime. A me è piaciuta anche la semifinale con Federer, anche in quella ha giocato bene, ad un livello alto, anche se poi il risultato è stato netto in favore dello svizzero. Penso che sia pronto a ripetersi. È molto tranquillo in questo momento, ha risolto molto nella gestione della partita, questo gli da più energie e più controllo sulle cose che fa durante il match.

Purtroppo non ho visto la partita contro Monaco, ma ha sentito che è stata una partita quasi perfetta.
A me la partita contro Monaco è piaciuta tanto. Ha giocato un primo set fantastico, ma secondo me la parte migliore di quella partita è stato il secondo set, quando Monaco ha tentato tutto per rientrare in partita ed Andreas è riuscito a tenere la gestione della partita e a non farlo rientrare. Quello è stato uno dei segni più importanti che abbia dato durante il torneo di Amburgo.

Poi contro Kiefer aveva quasi vinto, poi quasi perso e alle fina ce l’ha fatta.
Era da tanto che non vivevo una partita così intensamente. Ci siamo trovati in situazioni veramente particolari, perché prima lui giocava un tennis meraviglioso e non c’era partita. Da una partita quasi vinta si è trovato a una partita quasi persa. La parte più importante è stata quella centrale del terzo set. Andreas non riusciva a rientrare in partita, ma provava a stare molto concentrato in quello che faceva. Lo ha fatto per tanto tempo, e quando è arrivato sul 5-4 ha messo in difficoltà Kiefer, perché il tedesco ha sentito che Andreas era pronto a portargli via la partita. Infatti nel suo game di servizio Kiefer si è complicato un po’ la vita. Comunque Andreas era preparato fisicamente molto bene, mentalmente era tranquillo e tecnicamente giocava un bel tennis.

Che impressione ti ha fatto quando hai visto che ad Amburgo in semifinale c’erano Federer, Nadal, Djokovic e Seppi?
Per noi è stato bellissimo, siamo arrivati a giocare con quelli più forti. Appena finita la partita con Federer sono rientrato nello spogliatoio e Nadal si è avvicinato e ha detto “Incredibile, Federer oggi ha giocato veramente bene, no?” La stima che i giocatori dimostrano verso Andreas è un sintomo di rispetto per quello che fa, non soltanto per quello che ha fatto in campo, ma piuttosto per come lo ha preparato, per come è cresciuto. Lo ritengono un professionista vero. Per noi è stata un’emozione forte, perchè Andreas era con i tre giocatori più forti, abbiamo diviso la torta con Federer, Nadal e Djokovic.

Però quest’anno Andreas ha fatto più fatica ad abituarsi alla terra rossa. Perché?
Si, questo è vero. Avevamo poco tempo per prepararci. Erano sei mesi che giocava solo sul veloce o indoor. Non era più abituato a scivolare e stare in equilibrio. Però gia a Monaco di Baviera ha giocato bene. Quando ha perso con Bolelli ha fatto un’ottima partita, Simone ha giocato molto bene. Era gia un segnale forte, perché la partita è stata equilibrata e giocavano tutti e due bene. Penso che a Roma abbia trovato un buon Blake, che gli ha creato tantissimi problemi perché rispondeva sempre molto aggressivo, molto vicino e gli dava poco tempo per organizzarsi. Però da questo match Andreas ha ricevuto energia per risolvere i problemi di gestione della partita. Dopo Roma abbiamo potuto lavorare sui problemi emersi nel terzo set contro Blake. Quindi sono contento che abbia avuto l’occasione di giocare con l’americano. Un’altra situazione per migliorarsi era Pörtschach, perché arrivammo da Amburgo, di notte, era stanco, soprattutto di testa. In questi condizione ha giocato con Gulbis, ma ha cercato di stare li, di non mollare, anche se non giocava benissimo ha vinto gestendo bene la partita.

Cos è mancato ad Andreas al Roland Garros contro Mario Ancic?

Ancic sicuramente è un giocatore che si merita molto di più che ha attualmente in classifica. Ancic ha giocato una partita molto concreta, non ha regalato un punto ad Andreas. Per battere Ancic doveva giocare o nettamente meglio di lui o comunque stare concreto come stava lui. Anche se ha perso, è stato una buona partita.

E cosa ti aspetti adesso sull’erba?

Giociamo tre tornei: Queen’s, Nottingham e Wimbledon. Andreas in questi giorni sta molto bene, ha recuperato, è tranquillo, rilassato. Sta lavorando bene atleticamente, perché abbiamo impostato questa settimana tutta sulla parte di recupero sull’atletica. Non so, se giocherà bene già al Queen’s, però se sta cosi come adesso, può fare bene almeno in uno dei tre tornei. Deve abituarsi a giocare sull’erba. Se all’inizio gioca in modo semplice, si adatta facilmente alla situazione. Abbiamo un vantaggio: a lui piace giocare sull’erba, quindi va volentieri. Andando volentieri, è più disposto a risolvere i problemi.

Di solito fa bene già al primo torneo sull’erba.
Si, e quest’anno abbiamo un vantaggio, perché sarà teste di serie al Queen’s. Quindi potrebbe anche giocare mercoledì, cosi abbiamo un po’ più di tempo per ambientarci. Se riusciamo a sfruttare questi quattro giorni prima della sua prima partita, potrebbe essere pronto a giocare bene già il primo torneo.

Avete già deciso di non giocare Gstaad e Kitzbühel?
No, questo non è ancora deciso. Purtroppo quest’anno la stagione è molto stressante. Per un giocatore come Andreas, a cui piace giocare sul cemento, indoor, sull’erba e anche sulla terra, è particolarmente difficile. Quest’anno nei prossimi mesi ci saranno quattro voli intercontinentali, non ci sono settimane di riposo. Peró dobbiamo salvaguardare il giocatore, non può giocare tutte le settimane. Purtroppo l’unica parte che possiamo togliere per allenarci, per prepararci per i due Masters Series di Toronto e Cincinnati, sono le due settimane sulla terra rossa dopo Wimbledon. Se Andreas gioca bene sull’erba, sicuramente non ritorniamo sulla terra rossa, ma ci prepariamo per i tornei sul cemento. Su questa superficie poi giochiamo fino agli US Open. Se Andreas vuole entrare nei primi 20 al mondo deve giocare bene i Masters Series. E tra i Masters Series e gli US Open ci sono le olimpiadi, che danno lo stesso punteggio dei Masters Series. Ci dispiacerebbe molto non giocare Gstaad e Kitzbühel, e sarebbe penalizzante per noi, perché sono in altura, dove Andreas gioca sempre bene. Poi a Gstaad è arrivato in finale l’anno scorso e Kitzbühel è praticamente il torneo di casa. Decideremo dopo Wimbledon.

E quest’anno sono solo due le settimane sulla terra dopo Wimbledon, mentre nel 2007 erano quattro.
L’ATP non ha gestito benissimo il calendario, soprattutto non ha salvaguardato il calendario europeo. Se Andreas fa semifinale o finale a Kitzbühel non riesce ad arrivare in tempo a Toronto. Negli altri anni c’era di mezzo la settimana di Sopot. Se fossi un dirigente di un torneo europeo, non sarei contento. Però adesso si sono mossi anche i giocatori più forti, perché anche Nadal, Federer, Djokovic dicono che questo calendario non va bene.

Oggi ho visto allenarsi con Andreas Alberto Brizzi. È solo un caso o potrebbe arrivare a Caldaro?
Ci sono dei ragazzi che sono rimasti senza allenatori. Cerchiamo di dare una mano a chi potrebbe rientrare nei nostri programmi. Alberto Brizzi potrebbe entrare in una programmazione con Simone Vagnozzi. Adesso facciamo una prova, poi tireremo le somme. Alberto è un bravo ragazzo, se riusciamo a metterli insieme con un bravo allenatore, potrebbero fare bene. Anche per Simone, che adesso si trova in una situazione favorevole, sarebbe meglio se riuscissimo a seguirlo un po’ di più. Ma ha fatto molte bene ad Alessandria. Adesso raccoglie i frutti della sua programmazione di quest’anno. Ha giocato spesso con giocatori più forti di lui, perché ha fatto tantissime qualificazioni a tornei ATP. Cosi ha alzato il suo livello, e questo adesso nei challenger si vede.

Intervista a cura di Rudolf Meraner.