LEONARDO CAPERCHI - Risposte #1

Inserito il 22 gennaio 2006 01:22 da Alessandro Bianchi in Angolo del Coach
Come si è avvicinato al tennis? quali sono stati i suoi step? (ALESEVILLA)

Come e quando ha scoperto Fabio e Gianluca? ( Tennis100)

Come cura il lato psicologico di due potenziali Campioncini fuori dal campo? (
ivan79)
Ciao a tutti,

Sono Leonardo Caperchi e per cominciare vi daro' del tu cosi come farete voi nello scrivere così da rendere tutto piu' semplice,ok?

Prima di tutto voglio ringraziarvi e non finiro' mai di stupirmi per l'interesse che dimostrate per Fognini e Naso ma penso tutto il tennis in generale dove dimostrate di essserne davvero non solo grandi supporter ma anche esperti.

Saro' contento di esaurire le vostre curiosita' sulla nostra vita sul circuito e su come ci organizziamo con i due givoani tennisti che alleno.

La prima risposta riguarda me e come mi sono avvicinato al tennis.
Sono stato prima di tutto uno scarso seconda categoria b3 e mi sono deciso a cercare di capire come funzionava lo sport che praticavo ma sentivo non dominare assolutamente ,anzi....

Quindi ho cercato fin da giovane di capire come funzionava. A 19 anni aiutavo un mio amico di Roma Edoardo Mazza che al tempo allenava Federica Bonsignori e quell'anno da 127 e' andata 57. Poi ho fatto la scuola maestri e l'Isef e il primo anno di lavoro vero e proprio lo ho fatto in un circolo a monza dove avevo la direzione tecnica della scuola ed ho sperimentato varie cose. Nel 95 ho cominciato a lavorare con Riccardo Piatti ed e' inutile dirvi che razza di esperienza che sia stata a 25 anni da giovane tecnico lavorare con tutti quei bravi giocatori tra l'altro miei coetanei. Li conoscevo fin da piccoli solo per averli studiati(tendevo fin da giovane a cercare di capire ogni giocatore catalogandone la tecnica e le giocate per quello che conoscevo allora...) e per esempio Caratti nel cominciare a lavorare con lui si era stupito di quando conoscessi il suo gioco e come avrebbe potuto giocare.
 
Da questa grande esperienza in cui ho avuto modo di aiutare la prepaprazione della squadra di Coppa Davis e di Atlanta 96 e' nata la cooperazione con Andrea Gaudenzi nel 97. Fino al 2001 ho lavorato con Ronnie Leitgeb e il suo team con vari giocatori e toccando vari aspetti del tennis anche al di fuori del tecnico, tipo l'organizzazione di piccoli challenger e la fondazione di un centro di allenamento a Montecarlo. Comunque alla fine mi sono accorto che quello che davvero mi piaceva era il coaching e il lavoro con i giocatori alla ricerca della peestazione, quella mi da sensazioni uniche.

Cosi per caso (e qui rispondo alla seconda domanda) andavo ai campionati europei under 14 di Sanremo per avere una idea di come fosse il livello dei migliori giovani. Lavorando 6 e passa anni con degli austriaci avevo voglia di fare qualcosa di italiano e li' a Sanremo ebbi l'idea di creare un posto che fosse un satellite del centro di allenamento a Montecarlo e cominciai a lavorare con tutta la scuola tennis ad Arma di Taggia. L'anno dopo sI aggiunse Gianluca Naso dopo che in un meeting a Tirrenia presentai il progetto di Fabio Fognini con tappe e obiettivi e chiesi di aggiungere un altro giocatore in una lista fatta da me per poterli aiutare e fare un gruppo di lavoro. Abbiamo cominciato a settembre 2001 con Fabio e a febbraio 2002 ha cominciato anche Gianluca Naso.

L'aspetto mentale e' fondamentale .
A me non piace parlare del mentale a caso ma sapere bene cosa si intende per mentale.
Il mentale nel tennis e' riuscire a avere il giocatore confidente e positivo la maggior parte delle settimane nell'anno. Non si tratta di risolvere complessi di edipo non risolti....

Il mentale di un giocatore e' che possa stare in campo con fiducia o confidenza in tutte le sitauzioni del match: vincendo, perdendo e nella lotta testa a testa.

Nel mio ruolo rendere il giocatore forte fisicamente gli da fiducia.
Cioe' essere in grado di ripetere quello che sai fare ti rende forte mentalmente quella consapevolezza te la porti dietro.
Nel mio ruolo rendere il giocatore forte tecnicamente e sicuro sul cosa fare in ogni situazione e' renderlo sicuro e confidente e quindi forte mentalmente.

Come per la parte fisica quando i carichi sono saliti e ho avuto bisogno di un professionista che li gestisse con finezza sia per la forza che per la resistenza cosi ugualmente faro' per il mentale.
Fatto da me un lavoro di base con Fabio e Gianluca passero' a farli curare sotto quell'aspetto da un professionista.
Per la parte fisica avevo individuato in Pino Carnovale la persona adatta e sta andando alla grande la nostra cooperazione.
Per il mentale stiamo cominciando a cooperare con un professionista ma siccome stiamo proprio cominciando e stiamo vedendo come far funzionare il tutto vi diro' piu' avanti di chi si tratta e come ci aiuta.
Comunque sono sicuro che aiutera' molto sia me che i ragazzi a migliorarsi moltissimo.

Ci ho messo un anno e mezzo a capire chi poteva aiutarli e credo di aver fatto una ottima scelta.
Prima di questo periodo non era ancora necessario o forse i ragazzi non erano pronti a recepire e avevamo altre priorita' (negli anni scorsi tecnica e tattica avevano la priorita'.)

Voglio dire che se non hai un giocatore decente sara' inutile..curarne il mentale o l'alimentazione...