Leonardo Caperchi: "Diventa forte solo uno che punta a diventarlo"

Inserito il 17 dicembre 2008 19:02 da Redazione in Angolo del Coach
Lunga chiacchierata con coach Leonardo Caperchi, ex allenatore di Fognini e Naso, ora Direttore Tecnico del centro tennis di Genova Valletta Cambiaso. Con lui abbiamo discusso della figura del coach e di molto altro.

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L' ex-allievo di coach Caperchi
 Gianluca Naso

Intervista a cura di Antonello Zani.

Continuano le esclusive di Tennisteen. Vorrei fare una piccola premessa, prima di introdurre il nostro ospite. L’allenatore di oggi, ho avuto il piacere di conoscerlo nel ristorante del challenger di Manerbio, esattamente nell’agosto del 2004. Mi ero recato al circolo, perché volevo veder giocare un giovane di cui me ne avevano parlato benissimo, un certo Fabio Fognini che nel primo turno del main draw, grazie ad una wild card, perse in tre set dall’ostico tedesco Berhend. In quell’occasione conobbi quest' allenatore, il quale per una buona mezz’ora, si prestò a rispondere cortesemente alla mia sfilza di domande. Mi colpì subito la sua cortesia e la sua passione per questo sport. Oggi, è qui con noi Leonardo Caperchi graditissimo ospite, allenatore storico di Fabio Fognini e Gianluca Naso e di molti altri pro.

D) Dopo moltissimi anni passati ad allenare e costruire giocatori pro, decidi di accettare l’incarico di Direttore Tecnico della scuola di Valletta Cambiaso di Genova, com’è maturata questa tua decisione?

R) Avevamo finito una parte molto ampia e articolata di lavoro, la fase junior e quella successiva di qualificazione all'alto livello ed è una cosa molto divertente perchè si può dare davvero tanto al giocatore. Sentivo il bisogno di una nuova sfida, per motivi professionali e personali. La prospettiva di dare un contributo reale da dentro il sistema italiano giovanile negli ultimi anni, mi affascinava sempre di più. Il progetto della Federazione Ligure era molto interessante ed ho deciso di accettare questà responsabilità. Nei prossimi anni sono convinto che ci saranno dei risultati e che il lavoro che stiamo facendo darà dei frutti... Da grande non mi dispiacerebbe continuare a lavorare in un settore Tecnico Nazionale. Il lavoro nella fase giovanile è veramente appagante e divertente. E' stato un cambio utile a entrambi sia per me che per Fabio e Gianluca, un nuovo stimolo e una nuova sfida raccolta con energia sia da me che dai giocatori che erano con me. Sono orgoglioso del lavoro fatto insieme e sono sicuro che sia Naso sia Fognini ne debbano essere orgogliosi, per la quantità di cose che hanno imparato e che mi hanno insegnato.

D) Rispetto a quando hai iniziato questa professione, dall’alto della tua esperienza, com’è cambiato il mondo dei coach professionisti?

R) In Italia poco, nel senso che sono quasi sempre gli stessi che allenano. Non ne vedo facce nuove. Il lavoro di coach è sempre lo stesso: devi stare concentrato e lavorare costruendo per un domani. La cosa interessante è che è la stessa cosa che devi fare da junior e se riesci a trasferire questa mentalità da Junior a pro, non smetti mai di migliorare.

D) Il tennis ormai è diventato uno sport globalizzato, la competitività è altissima ed è sempre più difficile riuscire ad emergere. Ci sono nazioni come la Spagna, la Francia e l’Argentina, che oltre ad avere top 10, hanno anche una serie di buonissimi giocatori che stazionano permanentemente nei top 100. Come mai non accade in Italia, perché loro sì e noi no…...sarebbe interessante una tua opinione in proposito.

R) Come tu affermi, il problema non sono Argentina e Spagna che da sempre hanno giocatori, ma gli altri paesi che cominciano a tirarne fuori,appoggiandosi proprio a quei sistemi che funzionano magari tipo Baghdatis in Francia. Perchè non succede da noi? Perchè noi non lo programmiamo! Perchè sembra impossibile dopo 30 anni che succeda. Ti faccio una domanda? Secondo te in Sud-Africa la nazionale di calcio potrebbe vincere? Non lo scarti a priori, no? Nel tennis invece ormai sembra impossibile. Allora senti i nostri dire che “valgono a essere top10 sulla terra ( ma che vuol dire?!?!?!?!)” o che puntano ad andare top 30.Chi ci punterà ci potrà andare secondo me. Farà le cose che servono per andare top10. Giocare sul veloce e tutto quello che serve per andare top 10.Con 3 slam su 4 che si svolgono sugli hardcourts e 6 master series su 9....come fai ad andare top 10 se non giochi sul duro e non fai risultati?

D) Spesso mi è capitato, girando per tornei Atp, challenger e future, di notare che il servizio nei giocatori italiani non è un colpo decisivo e risolutorio rispetto a giocatori di altre nazioni. Ad esempio i nostri cugini transalpini, difficilmente in questo fondamentale hanno lacune, a differenza di noi italiani. L’esempio più clamoroso, è il servizio di Filippo Volandri. Perchè spesso questo colpo è sempre stato così sottovalutato sopratutto anche a livello didattico?

R) Vale il concetto della risposta precendente: devi avere un obiettivo alto per giocare con il servizio. Inoltre è un problema culturale il nostro. S'insegna il servizio come rimessa in gioco e non come primo tentativo di fare punto.

D) Sempre più spesso si sente parlare di mental training da parte dei giocatori pro. Secondo te può essere utile nella formazione di un giovane atleta quest' allenamento mentale?

R) Il giovane atleta deve conoscere il suo futuro lavoro a 360°. Sarà pagato e onorato per essere un esperto del suo campo molto giovane. Sicuramente deve poterlo conoscere e imparare da giovane ed il coach deve mediare molto le informazioni del mental trainer e tutte le altre figure dello staff. Poi il coach
è fondamentale nel guidare la scelta dei componenti della squadra del giocatore per arrivare a dargli un professionista che lo arricchisca. Bisogna stare molto attenti in questa fase di scelta e lo studio della persona giusta può durare anni,bisogna stare attenti a trovare gente di contenuto. Ci vuole attenzione ci
sono parecchi furbetti che ti avvicinano.

D) Purtroppo l’Italia come moltissimi altri paesi è stata colpita da una fortissima recessione. Il tennis è annoverato tra gli sport più costosi. Cosa si potrebbe fare per renderlo accessibile anche ai cosiddetti ceti meno abbienti?

R) Il tennis è costoso, non ci si scappa. Devi avere grandissime qualità per trovare aiuti esterni o arrivare a essere autosufficiente molto presto. Altrimenti come tutti i progetti ci vogliono:un buon giocatore,soldi e un buon allenatore. Queste sono le componenti per avere la possibilità di emergere.

D) Capitolo genitori. Essendo a contatto quotidianamente con i genitori dei tuoi piccoli allievi, com’è il tuo rapporto con questa categoria che spesso fatica a rapportarsi con i maestri stessi, e che sovente invade il campo tecnico non di loro competenza.

R) Invadono se non trovano risposte esaurienti perchè fino a 14 anni sono loro i veri motori dell'azienda. E' loro il figlio e ci mancherebbe che non spingessero. Bisogna aiutarli a incanalare le energie e coinvolgerli nel processo a 360°. Sono per far loro capire che entrano anche loro in un processo di crescita sportiva in cui hanno un ruolo emozionale fondamentale per i giovani giocatori. Devono crescere sportivamente con i loro figli,o prima o poi se li trovano contro. I genitori sono fondamentali e vanno coinvolti in tutte le maniere. Al momento delle decisioni vanno coinvolti e se hanno buon senso, piano piano entreranno nell'ottica corretta. Se non hanno buon senso o finirà male la relazione con i figli o la carriera da pro dei figli. Con il buon senso si affronteranno vittorie e sconfitte con ordine e tutto procederà.


D) Naturalmente non posso non posso non chiederti di Fabio Fognini e Gianluca Naso, i tuoi due ultimi allievi più rappresentativi. Fabio Fognini, top 100 con ampi margini di miglioramento, secondo te questo ragazzo fin dove si può spingere, mentre Gianluca Naso, dotato di mezzi fisici notevolissimi, non riesce a entrare nei top 200, una tua opinione sul siciliano.

R) Arriveranno dove punteranno, è molto semplice. Se ho fatto bene il mio lavoro, cercheranno di puntare in alto al massimo delle loro potenzialità ben dentro il ranking ATP. Le scelte che fanno mi sembra che vadano in questa giusta direzione. L'anno scorso ad esempio, Naso ha giocato 13 tornei Atp e vari challengers in un evidente processo di apprendimento che gli tornerà utile nella stagione 2009. Per quanto concerne Fabio è ben consigliato e circondato da specialisti che lo continueranno ad aiutare a tenere la direzione corretta.


D) Infine un'ultima domanda, quanto si dovrà ancora aspettare in Italia per avere un nuovo top 10?

R) Aspetteremo fino a quando uno ci punterà e romperà il “record del miglio”....Non ricordo in che anno e chi lo frantumò, ma il famoso record del miglio che nessuno batteva da decine di anni è stato battuto da chi ha deciso di allenarsi solo per quel record…..e l'anno dopo è stato battuto 11 volte...Aspetteremo fino a quando non faremo sistema come aveva fatto Mario Belardinelli: non era un caso che i giocatori fossero tutti in quegli anni...ci vuole un sistema per tirare fuori giocatori continuamente, altrimenti ti ritrovi come in Brasile dove il successo di Kuerten non è stato capitalizzato.


Ringraziando Leonardo Caperchi per il tempo che ci ha concesso, non possiamo che auguragli di raggiungere traguardi sempre più prestigiosi nel suo lavoro, e chissà che un giorno non lontano possa ritornare nel circuito Atp con un nuovo giovane emergente.

Antonello Zani - Tennisteen