LEONARCO CAPERCHI risposte#2

Inserito il 24 gennaio 2006 01:40 da Alessandro Bianchi in Angolo del Coach
Mi piacerebbe raccontasse la sua esperienza con Piatti e se in qualche modo lo ritiene il suo maestro;
l'influenza che ebbe sulle capacità tecniche di Gaudenzi, quando decise di seguirlo;
un giudizio su Tomas Smid, Tony Roche e Ronnie Leitgeb, come allenatori;
se in qualche modo c'è uno scambio di informazioni e di ausilio tra tecnici: Piatti stesso, Sartori, Fanucci ed altri.
se passare da un giocatore di alto livello come Gaudenzi a giovani promesse si possa ritenere stimolante.
(Marcos)
Riccardo Piatti e’ sicuramente uno dei miei maestri cosi come gli altri allenatori e giocatori con cui ho avuto la fortuna di cooperare.
La mia esperienza con quel gruppo di lavoro e’ stata ovviamente incredibile per tanti motivi. Inanzitutto per la professionalita’ del gruppo davvero 100% concentrati sul tennis.
Piatti e’ una macchina di intensita’ tennistica ,potrebbe parlarti di tennis 3 giorni di fila e non fermarsi mai….che dico 300giornidi fila!
Il suo segreto penso proprio che sia l’intensita’ che mette in quello che fa’ e la dedicazione totale che lo accompagna in quello che fa per i suoi giocatori.

Ho un ricordo bellissimo di quel periodo anche’ perche’ forse poche altre volte nella mia vita sono stato anche io cosi concentrato ,davvero full immersion.
Capivo che era una grande occasione di apprendimento per me e credo di essermi dedicato al compito davvero al massimo.
Ho potuto conoscere vari professionisti che lavoravano con quel gruppo tra cui Pino Carnevale con cui coopero tuttoggi.

Quando ho cominciato a aiutare Gaudenzi penso sia stata una grande, grandissima scommessa sia parte sua che da parte mia.
Io ero molto giovane come allenatore(27 anni) e lui aveva gia’ avuto grandi risultati come professionista.
Unendo la mia grande volonta’ e le sue grandi capacita’ è stato comunque in grado di tornare al numero 31 e cogliere vari risultati interessanti e devo dargli atto di una forza di volonta’ mostruosa nella ricerca dei suoi obiettivi attraverso tutte le difficolta’.
Non vi nascondo (ma questo è il rimpianto impossibile di ogni insegnante) che mi piacerebbe aiutare Gaudenzi per le conoscenze che ho oggi ma questo è impossibile e sono orgoglioso di ogni cosa giusta e sbagliata che ho fatto con lui.
In alcune settimane mi ha fatto vedere cosa vuol dire la prestazione ad altissimo livello.
Tecnicamente quell’anno avevamo fatto un lavoro sui passi importante visto che lui dopo l’operazione aveva perso la maniera di muoversi da tennista ma il cambio principale era stato dalla parte del rovescio dove staccando la mano sinistra sul finale riusciva a trovare maggiore ampiezza e anche a venire a attaccare la palla mentre saliva invece di andare indietro e aspettarla e nel 98 questo dettaglio aveva fatto grande differenza.
Riusciva a essere piu’ aggressivo e cambiarla lungolinea a sinistra anche senza girarsi di dritto.

Avevamo poi cercato di migliorare sul duro cercando di andare 6 settimane in america a febbraio e marzo cosa che gli e’ tornata poi utile al ritorno sul rosso vincendo a Casablanca e arrivando a Parigi con il terzo record v/p sul rosso.

Da lui ho imparato tantissimo e ancora oggi non ho potuto fare a meno di legarlo al mio nuovo progetto accettando al volo quando ha chiesto di aiutarmi con Fognini come Manager.
Come ho detto altre volte lui ha creduto in me come giovane allenatore io non potevo che dargli fiducia come giovane manager.Si sta imponendo anche li sono davvero contento di averlo nel team anche come mio consigliere.

In seguito gli ho chiesto di farlo anche con Naso e oggi lo considero un pezzo fondamentale del nuovo puzzle che stiamo costruendo con questi due giovani.

Smid non lo conosco tanto,anzi molto poco.Non ha lasciato un grande ricordo da quello che dicono i giocatori.
Tony Roche e’ per me un esempio non per i campioni che allena ma perche’ allena tutti.
Lo vedi lavorare con il giovane australiano o con la giovane junior ,con federer o con il doppista australiano sconosciuto con la stessa attenzione e entusiasmo.

Ronnie Leitgeb e’ stato un altro maestro fondamentale per me soprattutto per la chiarezza e la forza di alcuni concetti fondamentali nel tennis.
E’ un fino conoscitore della tecnica,della tattica e dell’allenamento ma soprattutto uno che riuscirebbe a convincerti che la tua auto e’ blu anche se e’ bianca ….per intenderci.
Mi ha aiutato a prendere una forma mentale austriaca anche se per la verità mi chiamava l’austriaco di roma…perche’ mi piace comunque essere puntuale e preciso.Da lui anche ho imparato una infinita’ di cose e mi ha dato soprattutto la possibilita’ di lavorare con vari altri professionisti di tutti i campi che davvero mi hanno arricchito di mille esperienze.

La piu’ importante di queste è stata sicuramente il lavoro con Salvador Sosa un preparatore fisico spagnolo, che mi ha aperto una prospettiva nuova sul coaching e davvero metto tra i miei maestri principali.
Salva “baffo” Sosa e’ la persona più positiva e vincente che abbia mai conosciuto e la attuale arma di segreta di Ljubicic che ci lavora da tre anni guarda caso da quando sta esplodendo alla grande.

Tra allenatori esiste in Italia una sorta di dialogo più che una cooperazione.
Piatti è sempre aperto anzi è sempre il primo a chiederti come va o come non va con i giocatori e è sempre prodigo di consigli.Su alcune maniere di vedere la programmazione in passato non siamo stati d’accordo ma la sua linea e’ comunque giusta e mira in alto,in alto davvero dove bisogna mirare con giovani di qualita’.
Pochi giorni prima di partire per l’australia e’ venuto a Arma di Taggia ed è stato praticamente tutto il giorno a vedersi i lavoro di Fabio e Gianluca.


Con Sartori quando ci vediamo parliamo di tutto,ci chiariamo e se possiamo ci diamo aiuto chiedendo di raccontare ai rispettivi giocatori le esperienze dell’altro per arricchirli.
Non ci si vede molto ,frequentiamo ,per ora,circuiti diversi e anche con gli altri allenatori ma direi proprio che il dialogo c’è.Secondo me ci sono pochi allenatori quelli che ci sono lavorano bene ma sono troppi pochi,ma questa è un'altra storia.

Passare da Gaudenzi a dei giovani non cambia la motivazione o la soddisfazione per me.
Ma anche insegnare una cosa a un bambino non cambia da vincere un match su un
centrale importante.
Quando ti piace insegnare,trasmettere e imparare da tutto quello che vivi un “thanks coach!”dopo una vittoria di un torneo atp o un bambino che ha imparato e ti ringrazia guardandoti stupito per aver capito ti soddisfano nella stessa maniera,per come la vedo io.
Ad arma di taggia te lo possono raccontare che ogni tanto mi piace tornare ai “basics”dove lo sport è puro e parlare e aiutare i bambini della scuola tennis.
Ovviamente i bambini attentissimi fanno subito quello che gli consigli e si rivela soddisfacente per tutti subito.

alla prossima