Ladies and gentlemen... Luca Vanni!

Inserito il 14 febbraio 2015 22:28 da Davide Paganin in ATP Tour
Vanni 5Il tennista aretino si gioca le tre ore della vita sul Campo Centrale di San Paolo, dove supera il beniamino di casa Joao Souza dopo una lotta infernale. Il sogno si avvera: prima finale ATP per lui.



Baci al pubblico. Stretta di mano decisa all'avversario, sguardo d'intesa a seguire. Dopo, solo dopo essere tornato alla propria panchina, l'urlo liberatorio.

Questo è Luca Vanni, tennista professionista nato il 4 Giugno 1985 ad Arezzo. 

Presentazione che basta e avanza, almeno per chi ha avuto modo di seguire quest'oggi la prima semifinale dell'ATP 250 di San Paolo. Due ore e cinquantasei minuti cariche di emozioni dall'inizio alla fine, dove i protagonisti della giornata sono stati tre.

Il primo, il giocatore di casa e speranza locale, Joao Souza: un lottatore da fondo campo, capace di trovare nella prima di servizio un'arma veramente incisiva nelle fasi calde del match. Non solo: si carica a molla dopo ogni punto vinto, indipendendemente dal fatto che si tratti di un proprio colpo vincente o di un errore dell'avversario, trascinando dietro di sè il secondo protagonista di giornata.

Secondo protagonista di giornata, appunto, il pubblico della Quadra Central di San Paolo. Un autentico terzo uomo in campo, pronto ad accompagnare il proprio giocatore fino alla fine in qualsiasi modo possibile. Acclama i punti di Souza, esulta quando l'avversario sbaglia anche solo una prima di servizio. Cerca di far innervosire l'ospite italiano disturbandolo durante il lancio di palla alla battuta, prova a fargli perdere la concentrazione in ogni modo possibile. 

Ma tutto ciò non è bastato, perchè il terzo ed il vero protagonista della semifinale di oggi, l'eroe che lottando tra tutte le avversità presentateglisi contro è riuscito a spuntarla facendo proprio il lieto fine: Luca Vanni. Conscio di aver già fatto il miglior acuto della carriera sconfiggendo nei quarti di finale in due set il serbo Dusan Lajovic (dal quale aveva perso la settimana scorsa), quella di oggi poteva essere una partita da giocare senza eccesso di pretese, che forse poteva trovare l'appropriata giustificazione per un'eventuale sconfitta, tra l'avversario antisportivo, un pubblico disturbatore e provocatore, o ancora un campo che ha concesso più di qualche falso rimbalzo. 

E invece no. Vanni oggi ha in mente solo l'incontro, solo il punto successivo, solo il colpo che sta per mettere a segno.

Allarga le braccia in qualche rara occasione, ma non si lascia scomporre in nessun modo fino alla fine. Lui che per tutta la settimana ha sempre applaudito i colpi vincenti degli avversari, mentre oggi si vedeva quasi sbeffeggiato pure dopo i cinque doppi falli commessi. Dall'alto dei suoi due metri d'altezza, mette tutto se stesso nella partita, raccattando anche le palle apparentemente troppo lontane, basse e tese per uno come lui, e mandandole quasi sempre dall'altra parte, quando è anche solo possibile arrivarci.  Aggredisce e viene a chiudere brillantemente a rete per prendersi il punto, accelera alla grande con il dritto ad uscire e tiene testa negli scambi più duri quando viene schiacciato sul lato del rovescio. Mostra a tutti come si tiene con orgoglio la presenza in un campo da tennis, senza mollare anche quando, sotto di un break nel terzo set e con l'ombra di un match point mancato nel secondo, tutto sembrava ormai dover spegnersi in una cocente delusione. Rimane agganciato all'avversario, lo supera ed alla fine gli lancia un'occhiata a rete, come per dire: "Visto? Così si fa per vincere". 

Un'altalena d'emozioni. Tre ore in una bolgia infernale.

Lo si sapeva benissimo alla vigilia, cosa avrebbe atteso il nostro nel durissimo incontro di oggi. Non tanto duro per la qualità effettiva dell'avversario, attualmente numero 110 delle classifiche mondiali (ma già capace di arrivare in semifinale sul circuito maggiore in passato, proprio nel suo Brasile a Costa Do Soiupe), ma quanto per la capacità di tennisti locali e pubblico di unirsi in un'unico muro invalicabile. 
Eppure l'inizio faceva sperare che le sofferenze non dovessero essere troppe, poichè Vanni riusciva già dal primissimo game del match a strappare il turno di battuta a Souza, senza lasciargli alcuna occasione di rientrare nell'ora di gioco successiva. Il servizio funziona in maniera impeccabile, non concede mai più di due 15 in un solo gioco. L'equlibrio rimane perfetto, il 6-4 viene incassato senza patema alcuno.

Ma anche Souza, dopo il primo sciagurato game, torna a servire benissimo, spingendo la prima a tutto braccio e lasciando sempre pochissimo campo a Luca per piazzare il colpo, tanto da constringerlo a risponedere diversi metri dietro la linea di fondo campo. Poi l'equilibrio si spezza di nuovo improvvisamente nel quinto game del secondo parziale, subendo ancora una volta il break a 15 per colpa di una serie di errori improbabili, frutto della tensione e della fretta. 
Vanni accetta di buon grado il regalo, continuando il proprio inesorabile ruolino di marcia fino ad andare ancora una volta a servire sul 5-4. Serve per il match.

Un sogno.

Così Luca aveva definito la propria settimana a San Paolo del Brasile, dopo le vittorie in serie su Daniel Gimeno Traver, Thiemo De Bakker e Dusan Lajovic. Un sogno cominciato esattamente un anno fa, quando sul cemento del Future italiano di Sondrio, al rientro da un infortunio che lo aveva tenuto a lungo lontano dai campi, sollevava il trofeo del torneo. Allora, appena numero 714 del mondo e vincitore di un misero assegno di $1440, aveva dichiarato: "Spero che la mia carriera possa ripartire da qui". 
Eccome se è ripartita: quello di Sondrio è stato il primo di sette titoli stagionali conquistati a livello ITF, proclamandosi dominatore del circuito con un record realizzato solo l'anno precedente dallo spagnolo Pablo Carreno Busta. Ma non si è fermato lì.
Appena la classifica glielo ha permesso, Vanni ha cominciato in estate a giocare al livello successivo, quello dei Challenger. Ammesso per la prima volta in un main draw a Portoroz, superò subito il primo turno, arrendendosi nel secondo a Thomas Fabbiano. Al secondo tentativo, in Taiwan, arriva subito in fondo, mettendo in seria difficoltà nella finale anche un top-50 affermato del livello di Yen Hsun Lu. Avrebbero fatto seguito altre due semifinali.
Quest'anno ci ha provato subito e senza indugi con il circuito maggiore, centrando al primo tentativo la qualificazione all'ATP di Chennai (sconfitto in extremis da Ricardas Berankis) e nel terzo tabellone cadetto disputato proprio a San Paolo.
Un anno dopo Sondrio, è vicino a ritrovarsi con 162 punti ATP in un colpo solo, oltre che con un assegno molto più significativo di $42.600, praticamente i guadagni ricavati dall'intera (seppur ottima) stagione precedente. A sole sette posizioni dagli ambitii top-100. Un sogno che può diventare realtà.

Ma non è finita, mancano ancora quattro punti.

Il pubblico sembra ammutolito, ma è solo un'illusione. Appena Souza riesce a rianimarsi e ad ottenere un buon punto, torna ad acclamarlo ed a fare baccano come peggio riesce, soprattutto quando Vanni manca la prima e si approccia al lancio di palla per la seconda di servizio. La strategia funziona, arriva una palla break. Il nativo di Castel Del Piano rimane lucido, e piazzando le sue bordate al servizio riesce a rimontare, arrivando anche al match point. Ad un punto dalla gloria.
I punti però subito dopo tornano a diventare due sul 40-40, poi tre sulla nuova palla break concessa. Poi arrivano i punti del 5-5, del 5-6. Ora i punti da conquistare sono aumentati ad undici. Nessun problema: si arriva al tiebreak, quel tiebreak che gli ha regalato tante soddisfazioni meno di ventiquattr'ore prima. 
Ma questa volta non va allo stesso modo, perchè Souza prevale per 7 punti a 5.

Il sogno si allontana, ora dista altri lunghissimi 24 punti. Forse sta per infrangersi.

L'inizio del terzo set rappresenta il momento più difficile della settimana per Luca, che comincia ad arrancare faticosamente per il campo durante la terza ora di gioco. Fatica a chiudere i punti a partire dal servizio, ritrovandosi spesso nella scomoda posizione di dover affrontare delle palle break. Si salva nel secondo e nel terzo turno alla battuta, poi inesorabilmente crolla nel quarto.
Souza esulta, il pubblico si alza in piedi ed urla sempre più forte. Il beniamino di casa sale sul 4-3 40-15, è lui a vedere il traguardo a soli cinque punti di distanza adesso. San Paolo è pronta a festeggiare.

Non è per nulla pronto ad abbandonare invece il campo da sconfitto Vanni. Allo stremo delle forze, raccoglie due bordate dell'avversario, soprendendolo nel ripiazzare la palla in campo appena al di là della rete. Poi il giocatore brasiliano fa il resto, mollando il polso e mandando rovinosamente il colpo in rete. Così il nostro si ritrova improvvisamente ancora con un briciolo di speranza. Assieme alla speranza arrivano le ultime energie, per reggere le ultime sportellate proposte dall'avversario e piazzare il contrattacco decisivo, appena gli viene concesso uno spiraglio: difende da un angolo estremo, poi spinge con il dritto ad uscire e taglia il campo per prendersi il 15 a rete. Il copione funziona, anche fin troppo bene. Torna sul 4 pari, poi sale in un minuto appena sul 5-4.

Tutta la pressione ancora su Souza. Il pubblico lo sostiene sempre, ma ormai lui è stanco, ha già provato a fare tutto quello che poteva per portare la sorte dalla propria parte. Il suo match lo aveva vinto, ma ora si ritrova di fronte ad un'inevitabile sconfitta. Arriva al 30-30, ma poi piazza due colpi scarichi a metà rete. 

"Game, set, & match Vanni, 6-4 6-7, 6-4"

La battaglia infernale è finalmente finita. Domani ci sarà Pablo Cuevas, ma non importa.

Oggi è la sua giornata, i microfoni sono per lui. Da signore qual è stato per tutto il match, non si fa problemi durante l'intervista dopo l'incontro a complimentarsi con l'avversario per la prova disputata. Trova anche belle parole per il pubblico (prima della stretta di mano salutato ironicamente con dei baci, prendendosi la soddisfazione della battaglia vinta), ringraziandolo per essere stato presente e numeroso. Ed il pubblico alla fine ricambia, riconoscendo il vincitore.

Perchè da vincitore, tra mille emozioni può lasciare il campo, mentre lo speaker annuncia il suo nome. Quello che da oggi gli basterà per presentarsi:


"Ladies and gentlemen... Luca Vanni!"















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