Davis Cup: è l'ora dell'Italia

Inserito il 6 aprile 2006 02:18 da Redazione in Davis Cup
Comincia l'avventura 2006 per la nazionale italiana di Coppa Davis: il ritorno a Torre del Greco propone avversari di tutt'altra caratura rispetto agli spagnoli del settembre scorso.

L'avvento della primavera è sinonimo di esordio per la nazionale italiana di Coppa Davis. A Torre del Greco, dopo l'emozionante spareggio salvezza dello scorso settembre, si torna dunque a parlare di tennis.
Vorremmo poter utilizzare l'aggettivo "grande", ma non ci sentiamo di fare un torto ai (ci auguriamo) tanti appassionati che vorranno accorrere sugli spalti, o che si accontenteranno di seguire l'avvenimento davanti allo schermo televisivo (sempre che venga dato adeguato spazio all'evento nei palinsesti[pare di no]).
L'avversario è lo stesso che ci battezzò lo scorso anno, ovvero il Lussemburgo, privo però, rispetto a 12 mesi fa, del suo leader ed unico giocatore da circuito maggiore, Gilles Muller, numero 69 delle classifiche mondiali, che si è chiamato fuori prediligendo la preparazione in vista dell'impegnativa attività primaverile
Così, i lussemburghesi giunti in Campania agli ordini del capitano Laurent Maty sono Laurent Bram, che con la sua 1019esima posizione nella classifica mondiale fungerà da primo singolarista, Gilles Kremer (n.1523), Joe Hatto e Tom Macquel (senza ranking).
Una squadra abbordabilissima e contro la quale l'Italia non dovrà mostrare alcuna titubanza.
Già l'Italia.
Il capitano Barazzutti, dopo il tiramolla Federazione-Giocatori sulla questione dei compensi, riconvoca Filippo Volandri a cui affincherà Andreas Seppi nel ruolo di secondo singolarista. Collaudati ed affiatati, Giorgio Galimberti e Daniele Bracciali formeranno la coppia di doppio.
Con una formazione di prim'ordine, si suppone che l'incontro possa concludersi già con il match di doppio; definirla una speranza sarebbe riduttivo, un certezza forse troppo presuntuoso: c'è da annotare che, il solo pensare che questo Lussemburgo riesca nella titanica impresa di schiodarsi dallo 0 nella casella degli incontri vinti, ci fa sobbalzare: una squadra composta da un giocatore che gira il circuito satellite mondiale non riuscendo ad inserirsi tra i primi mille giocatori al mondo, un altro singolarista che è a noi noto più per avere intrapreso tre anni orsono, nel pieno della sua maturità agonistica, l'alternativa professione di vigile del fuoco, più due riserve o eventuali doppisti che neanche compaiono nella classifica mondiale; 40 anni sono passati dal "Squadra di Ridolini" riferito da un Ferruccio Valcareggi non in versione Cassandra ai giocatori della Corea Del Nord nei Mondiali di calcio, e solo per questo dovremmo procedere piombiati nei giudizi, ma un risultato diverso dal 3-0 dopo il doppio di sabato in favore degli azzurri pare pura fantascienza. E la morale del "in Davis tutto può succedere" dubitiamo davvero possa avere valenza.
L'unica nota negativa, chiamiamola così, è la delusione per i tifosi di casa di non poter vedere all'opera il beniamino di casa Potito Starace, ripresosi alla grande in questi ultimi tempi dopo un periodo poco fortunato. Non ci sentiamo, però, di criticare le scelte Barazzutti: dopo le tante accuse lanciate in passato, in quest'occasione non gli si può imputare davvero nulla.

TennisTeen

Luca Brancher

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