Intervista esclusiva ad Adelchi Virgili: "Vi racconto la mia storia.."

Inserito il 30 agosto 2010 13:50 da Matteo Veneri in Interviste
Virgili_2Abbiamo intervistato Adelchi Virgili, il tennista toscano classe 1990 falcidiato dagli infortuni negli ultimi anni, si racconta a TennisTeen spiegandoci nel dettaglio tutti i suoi problemi fisici, la sua annata 2010, i prossimi programmi e gli obiettivi in termini di classifica.













Intervista realizzata da Matteo Veneri

Durante il torneo challenger di Como abbiamo intervistato Adelchi Virgili, nato il 10/3/1990 e tra i giovani italiani più spettacolari del circuito, ecco cosa ci ha raccontato.

Cominciamo coi problemi fisici che ti hanno afflitto, raccontaci un po’ tutto quello che ti è successo negli ultimi anni.
“E’ davvero una lunga storia. Io mi feci male ad inizio 2004, da lì ho cominciato ad avere problemi oltre alla schiena anche al ginocchio e alla spalla. Sono stato fermo tanto, poi ho ripreso ad allenarmi e sono andato a giocare qualche torneo in Spagna, però chiaramente un problema alla schiena nell’età della crescita era parecchio fastidioso, giocavo magari match duri con due/tre turni al giorno e ovviamente non riuscivo a recuperare e stavo una settimana bloccato sul divano. Nel 2005 provai a rimettermi un po’ in forma a Montecarlo facendo una buona preparazione, però purtroppo non si riusciva a trovare una soluzione per i problemi alla schiena. Tornai in Spagna per giocare diversi futures, poi tra il 2005 e il 2006 mi sono fermato un po’ per cercare di rimettermi in forma la schiena. Nel 2007 ho ripreso piano piano e stavo giocando bene, dopo l’estate però ebbi una ricaduta forte, e a fine anno ho preso anche la mononucleosi, e sono stato quindi fermo per sette mesi. Poi da lì non ho smesso del tutto, ma giocavo pochissimo. Nei tornei accompagnavo mia sorella Alexia e se c’era magari sia il torneo maschile che quello femminile mi iscrivevo anche io per “tirare due pallate”.

Come allenamento non correvo, non facevo niente, solamente un po’ di palestra. Poi ho deciso di prendere un preparatore atletico e ho voluto fare una buona preparazione per quanto riguarda la massa muscolare sulle gambe, purtroppo però mi è venuta la sciatica. La sciatica è bestiale, la prima volta che mi è venuta fuori ero al challenger di Sanremo, pensavo fosse una contrattura e da lì sono stato fermo un mese e mezzo, perché non riuscivo a stare in piedi. Poi sono andato a Torino, secondo game della partita l’ho sentita subito ancora una volta. Entravo in campo un pochino teso ovviamente, perché ero abituato da piccolo a giocare ogni giorno, quindi giocare un torneo ogni morte di Papa ti faceva sentire la tensione a livello muscolare quando scendevi in campo. Quindi anche lì mi è tornata la sciatica, altri due mesi fermo. Poi altro torneo in Austria, sciatica anche lì al secondo turno, vuol dire che non ero preparato molto bene. Quest’inverno sono andato a Montecarlo, mi sono allenato tre settimane con Bolelli, Seppi e molti altri ragazzi. Non ero allenato a livello di fiato e quindi dopo due settimane ero totalmente morto. Ho cercato di fare una buona preparazione di un mese, ho avuto anche un problema di pressione agli occhi e sono stato fermo due mesi per far si che la pressione calasse. Poi ho ripreso verso aprile/maggio ad allenarmi, sono andato a giocare il torneo a Milano col virus intestinale, una sfortuna pazzesca, non so cosa ho mangiato la sera prima, credo dei gamberetti. In campo ero uno straccio e la sera avevo 39 di febbre.

Dopo Milano mi sono rimesso in pista bene e ho fatto un mese e mezzo di allenamento buono, ero in forma e ho giocato un Open vicino a Firenze per giocare qualche partita. Ho vinto quattro turni, al quinto turno durante la fase di riscaldamento il mio avversario ha fatto un servizio a uscire, ha preso la riga, io ho steccato la palla e mi è arrivata sull’occhio a trecento all’ora. Sono stato un miracolato, l’oculista mi ha detto che succede una volta su diecimila che uno si salva, ho rischiato quindi la cecità all’occhio destro. Fortunatamente ho avuto un’edema retineo, rotture multiple dello sfintere irideo che è il muscolo che muove la pupilla, infatti mi rimarrà la pupilla destra più grande della sinistra a vita, foto-fobia a vita quindi con disturbi al sole e alla luce forte. Altro mese fermo, a fare niente al buio in casa perché non potevo correre per non procurare vibrazioni all’occhio. Sono poi andato a Cordenons grazie ad una wild card, lì motivazioni ne ho ritrovate tantissime, a livello mentale sto molto bene ed è questo che mi porta a ritrovare stimoli. A Cordenons ho perso una partita al terzo set, e non essendo allenato direi che è andata anche bene, soprattutto perché non mi sono fatto male, grazie al cielo.”

Poi c’è stato il torneo di San Marino, possiamo definirlo il torneo della svolta?
“Più che svolta secondo me è stata fortuna. Perché non mi sono allenato, ho giocato tre buone partite (battendo tra l’altro Pedro Sousa e Alejandro Gonzalez, ndr) e mi sono divertito molto. Poi con Flavio Cipolla nel main draw ero devastato, sapevo che mi sarei fatto male se avessi spinto un po’ di più, infatti al secondo game sulle mie tre palle break mi sono fatto male. Peccato perché quella partita, se fossi stato bene, l’avrei portata a casa tranquillamente.”

Poi c’è stato il future di Este..
“Io sono andato lì lo stesso anche se non dovevo andare. Chiaramente dopo San Marino ero stanchissimo, ho giocato un po’ da allenamento, completamente da fermo, e ho giocato tre buone partite, e l’ultima l’ho mollata per non rischiare di farmi male. Avrei poi dovuto giocare Manerbio ma ho preferito prendermi una settimana di pausa, corricchiando e facendo un po’ di palestra così da arrivare a Como senza rischiare di farsi male.”

Sei contento della tua prestazione a Como?
“Si si, sono contento. Anche perché ho la racchetta nuova, corde nuove, e infatti si è visto, le ho prese ieri provandole solo cinque minuti.”

A quanto la incordi la racchetta?
“25/24, oggi mi sembrava di giocare con una racchetta tirata 20 kg, neanche Volandri a 16…”

Per chi non ti ha mai visto giocare descrivi il tuo gioco, che non è sicuramente dei più comuni.
“E’ un po’ anomalo, adesso sto ritrovando il mio gioco di quando ero piccolo. L’anno che mi feci male alla schiena mi cambiarono molto il mio gioco, ora lo sto ritrovando. Sto ritrovando il dritto, il rovescio anche se non l’ho mai cambiato molto lo sto trovando bene, sembra quasi il mio colpo migliore però voglio precisare che non è cosi, il mio colpo migliore è sempre il dritto, su questo non ci piove. Sto ritrovando anche il servizio. Il mio è un gioco d’anticipo, da terreni veloci; anche per non farmi male ora che sto riprendendo però va bene giocare anche sulla terra. Non è che gioco male sulla terra, anzi, il mio gioco si adatta bene a tutte le superfici, giocando molto d’anticipo e abbastanza bene tutti i fondamentali.”

Spettacolari le tue palle corte e i tuoi servizi da sotto. Qui a Como sulla palla break sul 4-4 del primo set hai fatto un servizio da sotto, come mai?
“Non è una cosa che penso, non lo faccio neanche per schernire l’avversario, veramente non mi importa affatto. Le ho sempre fatte, anche da piccolo. Diciamo che mi si tappa la vena e faccio ste cose, infatti dopo averle fatte me lo dico che sono un … (meglio non riportare le esatte parole, ndr). Poi su quel punto mi ha messo un back nell’angolino pazzesco, strano perché dopo un servizio così di solito uno rimane un po’ sorpreso. Mi ha messo un back pazzesco.”

Dove ti alleni e con chi?
“Da solo. Mi alleno da solo, mio padre mi segue qualche volta e va in giro con mio fratello che anche lui gioca.”

Augusto?
“Si esatto, mi alleno a volte con lui e con mia sorella.”

Com’è il rapporto con lui e tua sorella Alexia?
“Molto buono. Sono contento che mio fratello è migliorato tanto, essendo cresciuto fisicamente. E’ uno sparring molto buono, e comunque io gioco pochissimo, non più di una o due volte a settimana. Vado un po’ in palestra, perché è inutile che mi alleni “a bomba” rischiando di farmi male. Quindi ora continuo così, facendo ancora qualche torneo..”

Che tornei farai?
“Genova e Todi, poi ancora non lo so. Vedrò, perché forse dopo Todi sarebbe bene cominciare una preparazione adeguata, sperando di non farmi male nei prossimi tornei, così per partire il prossimo anno a febbraio per giocare parecchi tornei. Il mio obiettivo, conoscendomi e se riesco a trovare la continuità giusta senza farmi male, è entrare nei primi 150 del mondo. So di poterlo fare, l’unica mia speranza è quella di non farmi male. Così come idea il mio obiettivo è sui 150.”

Questo si può definire il tuo obiettivo a medio termine. Parlando invece a lungo termine?
"Andiamo avanti giorno per giorno; già questo obiettivo di entrare nei top150 entro metà/fine anno prossimo è ambizioso, io ci credo ma gioco partita per partita. A lungo termine non lo so, spero di vivere ancora per un po’ di tempo (ride, ndr) e di giocare a tennis per divertirmi perché divertendosi si arriva in alto, perché se non ti diverti diventa un peso e diventa inutile continuare a giocare."

Un ringraziamento particolare ad Adelchi, che ha affrontato l’intera intervista col sorriso sulle labbra. Le sfortune e la gioia di questo ragazzo si meritano traguardi importanti e palcoscenici di alto livello. Un sincero in bocca al lupo per la carriera, sperando di leggerlo presto ancora sulle pagine di TennisTeen.

Per chi volesse commentare l'intervista e le partite di Adelchi, o leggere altri commenti sul giocatore, può farlo nel topic dedicato al giocatore toscano sul nostro forum: CLICCA QUI.


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