Intervista Fabrizio Fanucci 11/1/2004

Inserito il 28 agosto 2005 02:48 da Alex De Petris in Interviste
Fabrizio‚ inizia una una nuova stagione‚ quali sono gli obiettivi per i giocatori che stai al momento seguendo: Volandri‚ Bracciali‚ Luzzi ? Ci sono altri giocatori che state seguendo ?

Per quanto riguarda Filippo Volandri‚ l'obbiettivo in termini di classifica è quello di confermare quella dell'anno appena passato rimanendo stabilmente nei primi cinquanta ATP e non sarà facile; in termini tecnici l'obbiettivo principale è quello di migliorare il suo rendimento sulle superfici dure perché è impensabile poter andare avanti in classifica senza fare risultati sulle superfici dure‚ visto che il 70% dei tornei si gioca sul veloce. Per quanto riguarda Daniele Bracciali l'obbiettivo è di alzare il grado di attenzione nella organizzazione e nella gestione della sua attività e quindi sarà importante che Daniele entri nell'ordine d'idee di stare più a lungo possibile in giro per il mondo a far tornei e frequentare giocatori di alto livello per attingere dal loro esempio maggiore professionalità. Tecnicamente il suo obiettivo è quello di trovare più continuità‚ curando l’aspetto mentale‚ sia nella gestione del match e quindi nei risultati‚ sia nell'atteggiamento verso l'allenamento. Federico Luzzi invece deve ritrovare fiducia in se stesso e credere di più in chi gli sta vicino‚ tornare al più presto vicino al n.200 ATP per poter lavorare in tranquillità. Confidiamo molto sulla crescita di Alex Vittur (19 anni)‚ dotato di mezzi atletici e tecnici di prim’ordine. Oltre a lui stanno facendo bene Federico Polvani (20 anni)‚ promosso 2/2 e per quanto riguarda i "piccoli" Luka Belic‚ mio figlio Pietro (16 anni) ed alcune ragazze come Laura Vignoni‚ Letizia Lore e Denise Mascherini che sono seguite nell’ambito della mia struttura dalla Maestra Marzia Grossi.

Questo è l'anno per la conferma per Volandri forse il piu' duro‚ come vi siete preparati? Avete risolto i problemi alla schiena? Come avete lavorato sul servizio di Filo che in molti considerano il suo punto debole?

Filippo Volandri ha fatto circa 6/7settimane di lavoro tra Firenze e Montecarlo. Nelle prime 4 settimane ha lavorato molto fisicamente col prof. Carnovale‚ poi abbiamo incrementato le ore di tennis‚ e ci siamo fermati solo il giorno di Natale. Per quanto riguarda il servizio abbiamo studiato un movimento nuovo di gambe che gli consente di spingere di più. Abbiamo già raggiunto buoni risultati con la prima palla‚ mentre per la seconda ci vorrà un pò più di tempo. La schiena è a posto.

Il Matcball di Firenze‚ la sua struttura e le tue metodologie cominciano a essere presi ad esempio da molti adetti ai lavori. Cosa cerchi di trasmettere ai giocatori? Quale è il tuo rapporto con i giocatori?

3. Se la Florence Tennis School è davvero diventata un esempio è forse perché da niente in poco tempo abbiamo tirato su una struttura che funziona bene e senza l'aiuto materiale di nessuno solamente con le nostre risorse‚ credendo molto nel nostro lavoro‚ che ci sta dando ottimi risultati. Sono partito da un piccolo gruppo di atleti che seguivo personalmente adesso accanto a me ho trenta collaboratori ed abbiamo circa 700 allievi avendo sviluppato un sistema a piramide che parte dai bambini di 4/5 anni fino agli atleti di alto livello‚ creando quindi un vero e proprio Centro di allenamento con campi in tutte le superfici servizi innovativi e formule di allenamento‚ che ho applicato grazie alla mia esperienza di coach‚ ma anche avendo visto che cosa si fà in giro per il mondo. Quindi è probabile che a qualcuno sia venuta la voglia di investire nel tennis come abbiamo fatto noi. La filosofia che cerco di trasmettere ai giocatori è semplice: se hai dei numeri ti devi dare disciplina e dedizione al lavoro e i risultati non potranno mancare. Come indole sono un guascone‚ perciò con i giocatori il rapporto non può essere che aperto‚ anzi il più delle volte sono loro che scelgono. Sono spesso loro complice.

Pistolesi ha dichiarato che nel ambiente tennistico c'è una "cappa di negatività" (diciamo un certo pessimismo) che condiziona chi lavora nel tennis profesionistico. Credi che sia vero?Quali le tue soluzioni?

Per quanto mi riguarda sono sempre stato ottimista; ho sempre guardato avanti e questa filosofia cerco di trasmetterla ai miei collaboratori‚ che ringrazio pubblicamente per l’impegno che stanno mettendo quotidianamente. Non credo che ci sia del pessimismo nel Tennis Italiano‚ c'è solo gente a cui piace parlare male del tennis‚ ma solamente per screditare e creare confusione. Certamente siamo in crisi‚ ma ce la siamo andata a cercare‚ perché abbiamo smantellato la struttura preesistente che funzionava ( vedi centri tecnici e di reclutamento giovanile ) senza avere un programma alternativo su cui poter contare. Il risultato è che abbiamo perso quasi 2 anni a rincorrere sistemi stranieri‚ che possono rappresentare un utile esempio da cui trarre spunti e insegnamenti ma che devono essere adattati alla nostra mentalità. L’Italia tennistica‚ per mentalità e strutture non può fare a meno di un Centro Tecnico Nazionale stabile dove i miglior giovani si possano confrontare giornalmente e crescere insieme. La selezione ed il monitoraggio dei migliori si può ottenere sfruttando i vari centri privati sparsi per l’Italia (noi‚ Cividino‚ Genova‚ Parioli‚ Bari‚ ecc.) dove la FIT dovrebbe indirizzare i migliori giovani e finanziarli. In un colpo solo otterrebbe la formazione di giocatori e di allenatori e questo è il sistema che manca in Italia.

Intervista di Dova Gianluca e Alex De petris.

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