INTERVISTA A SIMONE BOLELLI

Inserito il 11 maggio 2006 02:51 da Redazione in Interviste
Abbiamo raggiunto Simone Bolelli il giorno dopo il match contro Fernando Verdasco: vediamo cosa ci ha confidato.

Ieri ci hai veramente esaltato con la tua prestazione. In particolare il recupero da 0-4 nel primo set e tutto il secondo set sono stati fantastici. Nel terzo set cosa è successo: Ti sei sentito un po' stanco?

Ho iniziato molto teso, infatti ero 4-0 sotto. Ma era la prima volta per me in un centrale così importante. Poi pian piano ho recuperato, l'ho raggiunto sul 4-4 anche se alla fine ho perso il primo set. Nel secondo set sono salito moltissimo ed ho espresso un gran tennis. Nel terzo ho un po' sciupato alcune occasioni: ho avuto un game 0-30, poi una palla break. Lui mi ha concesso sempre l'occasione per rimontare, anche se comunque era salito abbastanza nel terzo set. Sono contento di quello che ho fatto: come prima esperienza cerco comunque di assorbire tutte le emozioni positive che il match di ieri mi ha dato.


Abbiamo notato come il tuo avversario ti rispettava in campo. Pensiamo al fatto che non ha mollato un quindici, pur essendo un giocatore che ogni tanto va fuori di testa. Questo significa che hai raggiunto il livello per giocare con questi giocatori?

Si, mi sono accorto che nel secondo set quando imponevo il gioco di dritto lui soffriva.Quindi sapevo che potevo dargli fastidio se giocavo in un certo modo. Poi ovviamente lui è 38 del mondo, e su questi campi è ovviamente uno degli avversari più ostici.


Una domanda tecnica. Tu preferisci giocare il dritto con palle un po' più basse che alte, almeno da dietro?

Diciamo che col dritto non ho grosse difficoltà. Questo tipo di palle "cariche" mi da un po' più di fastidio, ma relativamente, anche perchè il dritto è il mio colpo migliore. Da dietro a volte alzo la traiettoria per recuperare, ma comunque sono un giocatore che spinge da fondo, quindi sono più contento quando sono io a fare il gioco.

Qualche volta a rete su questi dritti pesantissimi che tiri?

Eh, potevo andare un pochino di più. Infatti stiamo lavorando molto con Claudio (Pistolesi, n.d.r.) adesso
su questa zona del campo che ancora non è del tutto mia.Potrei andare un po' di più, anche perchè a questo livello spingere da fondo non basta, bisogna andare a concretizzare un po' di più a rete. Basta guardare giocatori come Federer o Nalbandian, tutta gente che spinge da dietro e comunque finalizza a rete. A me manca questa cosa, non l'ho mai avuta, ma ci stiamo lavorando.

Ti abbiamo visto anche molto migliorato di rovescio.

Diciamo che tempo fa non facevo quasi niente di rovescio, ero un po' più scarso. Adesso mi trovo bene
anche di rovescio e riesco a fare gioco. Ieri infatti riuscivo a tenere lo scambio con Verdasco, che è mancino. Sotto il profilo tecnico non mi sento indietro rispetto a questi giocatori. Penso che alla fine la differenza la faccia il fatto che a questo livello non ho giocato tante volte. Ho giocato Monte Carlo quest'anno, l'Australian Open, questo torneo e lo US Open. Sicuramente per crescere bisogna giocare a questi livelli. Una volta che uno ha il bagaglio tecnico completo la differenza la fa proprio il confronto con questi giocatori.


Adesso che programmi hai?

Adesso gioco Zagabria, che e' un challenger da 50000 dollari, e le qualificazioni a Parigi.Poi continuerò sulla terra, giocando a Prostejov (125000) e Lugano (100000). e poi Wimbledon.Sarà la prima volta sull'erba, vado tranquillo, vediamo cosa verrà.


Intervista di Alessandro Nizegorodcew e Massimo Capone


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