Intervista a Stefano De Pirro, fisioterapista del torneo Itf di Viterbo

Inserito il 1 luglio 2012 15:21 da Redazione in Interviste
tennis 009Sergio Di Carlo, incordatore IRSA che ha collaborato con TennisTeen dal torneo Itf di Viterbo, ha intervistato Stefano De Pirro, fisioterapista del torneo laziale.



Ciao Stefano. Innanzitutto parlaci del tuo percorso formativo e di come ti sei avvicinato al settore tennistico.
Il primo passo della mia formazione specialistica è stato la laurea in scienze motorie a Pisa. Successivamente, mi sono molto interessato alla riabilitazione e ciò mi ha condotto ad iscrivermi a fisioterapia. (Stefano fa il modesto ma abbiamo saputo che ha completato il corso di studi nelle tempistiche previste e con lode ndr). Per quanto riguarda il tennis, in realtà sono sempre stato appassionato di tennis giocato: lo pratico da quando ho 5 anni e sono arrivato fino in terza categoria. Per quello che riguarda il mio lavoro nel tennis professionistico, la svolta è arrivata nel 2011. Ho iniziato a lavorare proprio al TC viterbo con Anna Floris e Paolo Ricci. Nel frattempo ho seguito un progetto per l’Università Cattolica di Roma e ciò mi ha messo in contatto con Fabian Mazzei (campione italiano tennis a rotelle) e Antonio Raffaele (anche lui campione italiano sedia a rotelle, categori quad). Ho poi ricevuto la proposta per il future 2011 Città di Viterbo. In seguito, sono andato a studiare in Spagna e al mio ritorno è iniziato il mio “tour” sul circuito professionistico ITF/ATP.

Sappiamo che hai partecipato a diversi tornei di livello internazionale, alcuni dei quali anche molto importanti... Raccontaci un po’ il tuo “curriculum”.
Ecco l’elenco: ITF TC Viterbo 2011, Challenger Bergamo 42500 euro 2012, Roma Eur 15000 2012, Padova Plebiscito 2012 15000 dollari, Vicenza 2012 15000 dollari, Roma Garden 30000+H euro, ATP Master 1000 Roma, Padova Canottieri 25000 femminile e 15000 maschile, ITF TC Viterbo 2012. Il mio prossimo ingaggio è per il torneo femminile da 15000 dollari a Rovereto.

Puoi spiegare in breve ai nostri lettori quali sono i tuoi compiti all’interno dell’organizzazione del torneo?
Molto in breve, devo intervenire all’interno del campo di gioco se un giocatore manifesta la necessità di essere trattato (i giocatori da regolamento possono essere trattati chiedendo un medical time-out di 3 minuti). Inoltre, sono a disposizione dei giocatori per eventuali infortuni, trattamenti o massaggi al di fuori del campo.

A proposito dei giocatori, quale tipo di lavoro svolgi con i giocatori? Abbiamo visto che a Viterbo eri per loro un punto di riferimento fisso a prescindere da loro eventuali infortuni.
In genere, fuori dal campo mi vengono richieste cose molto diverse: fasciature, taping neuromuscolari, riscaldamento, preparazione della partita, trattamento di infortuni come tendiniti, massaggi decontratturanti dopo incontri dispendiosi. Avendo fatto più di qualche torneo, posso dire che ormai si è creato con i giocatori un rapporto di fiducia. Gli atleti parlano tra di loro e, in virtù di questo, anche chi non mi conosce direttamente sa di potersi fidare di me.

Un’altra domanda un po’ “impertinente” che vorremmo farti è se ti è capitato di essere chiamato in campo da un giocatore più per motivi “tattici” che per reali problemi fisici.
A volte può capitare che il giocatore chiami per un infortunio non grave. Bisogna essere bravi a capire la situazione e dare il giusto spazio alla richiesta di trattamento. Il giocatore che chiede il mio intervento, infatti, può effettivamente avvertire un disagio: in questi casi devo essere bravo a capire quanto questo sia reale e quanto sia un mezzo per riprendere un po’ di fiato. Tutto ciò tenendo conto anche dell’interesse dell’altro giocatore alla continuità del gioco.

In base alla tua esperienza, ti sentiresti di indicare una tipologia di infortunio più frequente nell’ambito del professionismo?
In realtà ho trovato un po’ di tutto. Molte tendiniti: dalla classica del gomito fino al tendine d’achille. Molte contratture nella parte posteriore cosce e nella schiena. E, soprattutto, scompensi dovuti all’asimmetria di questo sport, in cui c’è una parte dominante rispetto alla controlaterale.

Avresti dei semplici consigli da dare ai nostri lettori che giocano a tennis che possano aiutarli a tenere lontani gli “acciacchi” tipici del nostro sport? Ad esempio qualche esercizio da fare o qualche accortezza da seguire regolarmente.
In linea generale occorre effettuare un buon riscaldamento e dedicare almeno 10 – 15 minuti dopo la partita al defaticamento e allo stretching. A monte, poi, ci deve essere una buona preparazione. E questo vale soprattutto per i tennisti amatoriali: insomma, occhio alla partita della domenica! Per quanto riguarda degli esercizi da consigliare, quelli con gli elastici sono molto facili da eseguire ed “economici” in termini di attrezzi coinvolti. Li si può eseguire per scaldare la muscolatura del polso, della spalla e, in generale, tutta la parte superiore del corpo.

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