Stefano Galvani a Manerbio

Inserito il 21 agosto 2007 19:29 da Redazione in Interviste
Durante il challenger bresciano, Stefano Galvani ci ha concesso una piacevole intervista

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Stefano Galvani: nel 2008 si punta al rientro nei top-100



Intervista a cura di Antonello Zani

Ho il piacere di intervistare uno dei giocatori che più apprezzo e stimo, Stefano Galvani, il quale mi ha rilasciato un’intervista in esclusiva per gli amici di Tennis Teen.

D: Ciao Stefano, come stai?

R: Sto meglio, negli ultimi mesi ho avuti diversi problemi fisici, non ultimo un serio problema all’occhio operato, purtroppo ho avuto un rigetto. La situazione sta lentamente migliorando, sono fiducioso per il prosieguo della stagione.


D: Ci troviamo a Manerbio, torneo challenger da 50000$+H, nella bassa bresciana, e fra poche ore incrocerai le racchette con il rumeno Catalin Gard, giocatore ai più sconosciuto, un sorteggio fortunato?

R: Quando ho visto il tabellone, ero davvero contento, il rumeno Gard non l’avevo mai sentito nominare, invece dopo aver parlato con un altro ragazzo rumeno Crivoi, quest’ultimo mi raccontava che questo Gard ha vinto sei futures consecutivi e la settimana dopo ha disputato un challenger perdendo poi in semifinale. (n.d.r. fortunatamente Stefano non ha tradito le aspettative e si è qualificato per il secondo turno)


D: Potresti incontrare in semifinale l’argentino più discusso del circuito, la wild card Mariano Puerta, le tue sensazioni in proposito?

R: Non sono d’accordo sulle wc concesse dagli organizzatori a giocatori condannati per doping. Non è giusto. Non dimentichiamoci che l’argentino è stato squalificato per nandrolone. Non ci dovrebbero essere sconti o scorciatoie, le sanzioni devono essere applicate. Non sono d’accordo con la riduzione di squalifica che è stata applicata all’argentino. Tutto ciò va a discapito di tutti quei giocatori rispettosi delle regole. In questo momento sono concentrato sull’incontro con il rumeno Gard, poi si vedrà.


D: Un'altra vicenda spinosa che sta turbando il sonno dell’atp sono alcuni risultati "chiacchierati" legati alle scommesse, in quanto alcuni incontri lasciano perplessi perfino gli addetti ai lavori, vedasi Martin Vassallo Arguello - Davydenko. Qual è la tua opinione in proposito?

R: Effettivamente ci sono alcuni risultati che lasciano basiti. L’atp fa benissimo ad andare a fondo. Alterare risultati è una piaga che deve essere debellata sul nascere. Il tennis deve essere uno sport cristallino. Non ci devono essere ombre su questo bellissimo sport.


D: Sei un veterano del circuito professionista, differenze tra tornei atp e tornei challenger?

R: A differenza di quanti possano pensare, la diversità tra un torneo apt ed un torneo challenger, non è tanto il tasso tecnico, in quanto anche nei tornei challenger la presenza di giocatori tecnici è alquanto elevata, ma il diverso approccio al match, le diverse motivazioni. Vuoi per il montepremi maggiore, vuoi per la presenza massiccia dei mass-media, il pubblico stesso, tutto ciò ti spinge a dare un qualcosa in più.


D: In questo power tennis, un giocatore come te, dal gioco piatto, che basa il suo gioco non sulla potenza, ma sulla tecnica, come si trova a giocare con questi picchiatori?

R: Per me è sempre più difficile. Forse avrei dovuto fare il professionista quindici anni fa, non adesso. Infatti sto persino pensando di cambiare racchetta. Attualmente uso il modello della Head, la mitica Prestige. Quasi sicuramente dal prossimo anno giocherò con l’ovale maggiorato, il quale mi permetterà soprattutto in fase difensiva di limitare i danni.


D: L’anno scorso eri sponsorizzato Tacchini, quest’anno noto che sei passato alla Diadora, come mai questa scelta?

R: La Diadora crede in me ed infatti mi ha fatto firmare un contratto triennale. E’ un’azienda seria, con uno standard elevato, ed ho un contratto legato a dei bonus in base ai risultati che conseguo durante la stagione. Mi posso considerare un giocatore fortunato sotto questo punto di vista, è sempre più difficile strappare contratti favorevoli al giorno d’oggi
.

D: Tu risiedi a San Marino, e da quest’anno difendi i colori di questo piccolo stato, è strano non vederti con la maglia azzurra?

R: Io mi sono sposato con Francesca, una ragazza che risiede a San Marino, ho preso la residenza, ed è stata una scelta azzeccatissima, in quanto mi trovo benissimo e la federazione di San Marino da quest’anno probabilmente mi supporterà nella mia attività professionistica. Ed infatti giocherò per loro i giochi dei piccoli Stati che si terranno a Cipro nel 2008.


D: Hai avuto la possibilità di fare un grandissimo risultato a Roma contro il britannico Geg Rudseski, ma purtroppo non hai sfruttato la chanche avuta, ci puoi raccontare che cosa è successo?

R: E’ stata una grossa occasione gettata alle ortiche. Fare un terzo turno nel master series di Roma non è risultato da poco per un italiano. Probabilmente non ero ancora pronto mentalmente per fare un risultato del genere. Infatti un tifoso dalle gradinate mi ha urlato "forza Stefano questa è l’occasione della tua vita" ed io ho sentito ancora più tensione, e questo mi ha penalizzato non poco.


D: Programmi futuri?

R: Forse gioco il challenger di Como, dopo mi fermo. Devo decidere se giocare Pechino partendo dalle quali e poi fare il circuito asiatico. Sto ancora riflettendo sulla mia programmazione. Sicuramente il 2008 avrà come obiettivo principale il ritorno nei top 100, e se la salute mi assiste non dovrebbe essere un’impresa impossibile. So che posso farcela.

D: Un ringraziamento per la tua gentilezza e disponibilità, e se vuoi dire qualcosa ai nostri utenti approfittane.

R: Si voglio ringraziarli e li voglio salutare calorosamente. E dovete sempre volermi bene perché sono un bravo ragazzo.


E con quest’ultima battuta, salutiamo Stefano Galvani, augurandogli ogni bene.


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