Alberta Brianti: "Il mio Australian Open, un gran torneo"

Inserito il 29 gennaio 2010 19:09 da Matteo Veneri in Interviste

Brianti_-_21Nella splendida cornice del Tennis Club Milano Bonacossa abbiamo raggiunto Alberta Brianti, tra un allenamento e l'altro, appena tornata da Melbourne. La tennista parmense ci ha raccontato del suo straordinario Australian Open, soffermandosi anche sul suo ottimo momento di forma e lanciando un messaggio finale a.. Corrado Barazzutti.

Intervista realizzata da Matteo Veneri.

Uno dei circoli più eslcusivi d'Italia, con una tradizione che va avanti da decenni; basta fare un giro al Tennis Club Milano Alberto Bonacossa e ti accorgi che da quei campi, da quei muri trasuda una tradizione di grande tennis che pochi circoli possono vantare. Basta prendere un caffè al bar e guardarti intorno, tante sono le immagini che riportano ai numerosissimi match di Coppa Davis e delle prime edizioni degli Internazionali d'Italia disputati proprio al Tc Milano.

In questa splendida cornice abbiamo raggiunto Alberta Brianti, giocatrice poco sopra la sessantesima posizione mondiale, nata a Parma ma che si allena a Milano con Matteo Cecchetti sotto la supervisione di Laura Golarsa. Alberta è da pochissime ore atterrata a Milano dopo il lunghissimo viaggio di ritorno da Melbourne dopo aver disputato gli Australian Open.

Alberta, cominciamo dalla fine. Il terzo turno a Melbourne contro la Stosur, un'ora e un quarto di partita, ha comandato lei il gioco con molti errori e molti vincenti.
E' stata una partita molto bella che ci siamo giocati alla pari fino al 2-1 nel secondo set, poi la differenza credo l'abbia fatta il servizio. Lei serviva molto forte e aveva questo kick fastidioso, poi dopo il 2-1 mi ha ribrekkato un'altra volta, e quella è stata la fine della partita. Da quel momento in poi qualsiasi cosa facesse lei era quasi un vincente, poi faceva 2 aces a game.

Un servizio davvero forte lei, cosa hai cercato di fare?
Innanzitutto cercavo di prenderla (ride). Cercavo di risponderle mettendola in difficoltà ma non era facile perchè serviva molto a uscire, quindi era molto dura.

Le emozioni di giocare sulla Rod Laver Arena dopo comunque averci giocato lo scorso anno con la Ivanovic? E' stato più facile?
Sicuramente è andata molto meglio, ero meno tesa e me la sono giocata di più. C'era parecchia gente, lei è australiana quindi giocava in casa, ed è stato molto bello. Il tifo si è fatto sentire però era corretto, non era contro di me ma era per lei.

Nei precedenti due turni invece vittoria in tre set con la Lepchenko e poi il grande scalpo battendo la Lisicki (n°24 del mondo).
Con la Lepchenko abbiamo giocato la sera tardi, eravamo sesto match quindi abbiamo giocato tardissimo, poi ci hanno spostati di campo. Non sembrava nemmeno di giocare agli Australian Open, ci hanno messo sull'ultimo campo in fondo al circolo, il campo14, c'era il treno che passava ogni dieci minuti, gli spazzini che pulivano la strada e buttavano la spazzatura facendo davvero un gran casino.

Come pubblico invece?
Quattro/cinque persone (ride). Mi sono detta: rimbocchiamoci le maniche, facciamo la nostra partita. Ho iniziato molto bene, 6-0 2-0 per me..

E poi cos'è successo?
Mi sono tornati in mente i fantasmi di Stoccarda, dove ero avanti 6-0 2-0 con la Pironkova e sono riuscita a perdere. Mi sono un attimo intesita, lei ha cominciato a giocare meglio e mi dava fastidio perchè è mancina, e giocava con molto spin. Il secondo set è andato via veloce, poi io mi sono rimessa lì e ce l'ho fatta. Lei è andata in bagno alla fine del secondo set credendo di distrarmi, invece mi ha davvero salvato. Mi sono fermata un attimo a pensare e a chiedermi cosa stava succedendo, alla fine ho vinto 6-1 al terzo set giocando bene. Parlando del match con la Lisicki invece ti devo dire che mi ero allenata qualche giorno prima proprio con lei, il primo giorno che ero a Melbourne, senza sapere il sorteggio. Quell'allenamento mi è servito molto perchè lei tira forte e non ti dà possibilità di giocare. Primo set mi ha dato 6-2, ma non mi sono mai scoraggiata e ho cercato subito di fare quello che dovevo fare, e cercavo di sfruttare i suoi errori, perchè faceva tanti vincenti ma sbagliava anche tanto. Alla fine è andata bene, è stato un bel match.

L'emozione di sapere che mentre tu giocavi in Australia il 3°turno di uno Slam in Italia c'erano centinaia di persone attaccati al livescore o alla tv in piena notte a sperare in una tua vittoria?
Te ne rendi poco conto là, però ho ricevuto tantissimi messaggi sia sul cellulare che su Facebook e fa molto piacere.

Dopo comunque diversi anni passati tra la 300° e la 100°posizione mondiale nell'ultimo periodo semifinale a Portoroz, finale a Guangzhou, e adesso il risultato a Melbourne. Cosa è cambiato nel tuo modo di allenarti o di giocare la partita?
E' cambiata la mia consapevolezza, adesso sono consapevole delle mie capacità. E' stato un cambiamento graduale, durante l'anno. Il fatto di aver vinto tante partite nel circuito Wta è servito tanto, più vinci più hai fiducia e ti viene tutto più facile.

Prima di Melbourne a gennaio nessun risultato eccezionale: ad Auckland hai perso al primo turno e ad Hobart nelle qualificazioni dalla Vinci.
Ad Auckland non ho giocato benissimo, contro la Vesnina, sorteggio non semplicissimo. Poi vedevo che allenandomi giocavo sempre meglio, le prime partite dell'anno non è mai facile. Ad Hobart giocavo sempre meglio, con la Vinci è stata una bella partita, lei comunque gioca molto bene, il livello era molto alto e purtroppo ci siamo incontrate nelle qualificazioni. E' stato un progresso a livello di gioco graduale, giorno dopo giorno.

Stai giocando, e anche battendo, giocatrici di ormai alto livello. Ti senti una futura top30?
Top30 forse esagerato, un passettino alla volta. Il mio obiettivo adesso è entrare nelle prime 50. Adesso che ho battuto una n°20 del mondo ho acquisito ancora più consapevolezza, vediamo cosa riusciamo a fare. Un passo alla volta.

Hai battuto la Wickmayer lo scorso anno, quest'anno la belga sembra imbattibile. Cosa ne pensi del pasticcio che sta combinando la Wta a riguardo del suo caso doping?
Non è stata una cosa molto chiara questa della squalifica. Comunque lei ha fatto un anno pazzesco migliorando tantissimo. Io ci avevo giocato l'anno scorso, ed entrambe avevamo giocato malino, io le avevo dato fastidio con il back variando tanto il gioco. E' una mina vagante.

Se potessi scegliere uno ed un solo traguardo da raggiungere nella tua carriera tennistica, per cosa propenderesti?
Bella domanda, difficile. In termini di classifica, come ti ho detto, è entrare nelle prime 50 del mondo.

In termini di torneo invece? Dove vorresti fare meglio?
Torneo.. mi piacerebbe fare un bel risultato a Wimbledon, e magari giocare sul Centrale.

A proposito, come ti trovi sull'erba?
Adesso bene. Dopo aver passato le qualificazioni l'anno scorso bene. Ho fatto fatica gli anni precedenti dove non vincevo una partita, adesso invece mi trovo a mio agio.

Una domanda ovvia e banale, ma come ti spieghi questa differenza che c'è tra tennis italiano maschile e femminile? Cosa c'è che non funziona nel sistema maschile?
Secondo me da parte degli uomini manca lo spirito di sacrificio, e aggiungerei anche che manca un leader che trascini un pò tutti gli altri.

Come Pennetta e Schiavone per voi..
Esatto. La Schiavone e la Pennetta sono molto stimolanti, per quanto mi riguarda. I risultati che fanno ti spingono a fare bene, e negli uomini ci fosse uno che trascinasse gli altri sarebbe ottimo, perchè i giocatori sono molto buoni. Speriamo si riprendano.

Prossimi programmi? Che tornei farai?
Parto per la Thailandia fra poco, gioco Pattaya, Dubai e Kuala Lumpur. Successivamente andrò in America per Indian Wells e Miami.

In conclusione, parlando di Fed Cup, la squadra sembra abbastanza consolidata e vincente. Però se vuoi mandare un messaggio a Barazzutti.. Tu ci sei vero?
Io ci sono! Ci spero fino alla fine, so che la strada è lunga e forse le porte sono abbastanza chiuse, però mai dire mai, io ci sono.

Un ringraziamento ad Alberta, sempre molto gentile e disponibile, ed al suo manager, Andrea Gabrielli.


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