Clamoroso a NY: trionfa Sam Stosur

Inserito il 12 settembre 2011 08:46 da Redazione in Internazionale

Williams_SerenaCorreva l'anno 1973 quando l'immensa Margareth Court Smith metteva per la quarta volta il suo sigillo sugli US Open. A trentotto anni di distanza, un'altra australiana torna ad essere regina dello Slam new-yorkese. Merito di quella che può definirsi una vera e propria impresa è Samantha Stosur, capace di annichilire 6-2 6-3 in 73 primi la super-favorita Serena Williams e dare così un dispiacere al pubblico statunitense proprio nel giorno del decimo anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle.



di Fabio Bagatella - Il Tennis Italiano

Come consuetudine di questi US Open Serena sceglie di servire: le due battute vincenti con cui esordisce non spaventano l'australiana che entra subito in partita. Sam non ha nulla da perdere e tira a tutto braccio: nel terzo gioco opera il break anche grazie ad un regalo di Serena (dritto sbagliato a campo aperto) ed un volée “baciata” dal nastro. Confermato senza problemi il vantaggio (3-1), Stosur tenta un nuovo l'allungo. Serena si salva al termine di un lungo scambio da fondo in cui il rovescio tradisce l'aborigena.

L'australiana non si scompone e, con un terrificante parziale di 12 punti a 0, chiude in 31 minuti il primo set (6-2). Costantemente in difficoltà negli spostamenti, Serena subisce l'aggressività del dritto dell'avversaria e pare sempre più in balia di Sam. Nel primo gioco del secondo set accade qualcosa che potrebbe cambiare l'incontro. Stosur si procura due break-balls: Serena piazza prima un ace poi un winner col dritto ma, prima che il suo colpo tocchi la riga, esplode in uno dei suo classici “come on”. La giudice di sedia Asderaki ribalta - come da regolamento - il verdetto del campo assegnando il punto (e dunque il game) all'australiana.

La reazione di Serena è rabbiosa: si becca un warning, ma si scuote rientrando prepotentemente in partita. Il match sale di livello, mentre l' “Arthur Ashe” diviene una bolgia. Serena piazza l'immediato contro-break: inizia quella che diviene una vera e propria guerra. Nel successivo turno di battuta (quarto gioco) Sam si salva da 15-40, Passano tre games (settimo gioco) e l'afroamericana - complice due brutti errori col rovescio - cede la battuta. Sam non trema, Serena le dà una mano con qualche errore (ancora col rovescio) e sale 5-3.

Gli sbagli della statunitense conducono presto la statunitense a fronteggiare due match-balls consecutivi, che salva grazie a due buone prime che le consentono di prendere in mano lo scambio. Quando il servizio non le viene però più in soccorso, la grande favorita deve capitolare: Stosur si prende di forza con due “drittacci”, degni della miglior Graf, la vittoria e il suo primo - meritatissimo - trionfo Slam.

Non ci crede l'australiana: riceve gli sportivi complimenti di Serena (che confermerà poco dopo nel discorso al pubblico senza fare riferimenti all'alterco con la giudice di linea non salutata a fine match), corre dal suo coach (David Taylor) e poi finalmente può “realizzare” ciò che ha fatto e gioire per aver coronato il sogno di una carriera. Per la 27enne della Gold Coast, che ha impiegato quasi un anno a metabolizzare la delusione per la finale perduta a Parigi l'anno scorso contro la nostra Leonessa, si tratta “solo” del terzo titolo WTA conquistato, in ben 11 finali. Le vittorie di Charelston 2010 e Osaka 2009 passano ora in secondo piano perchè Sam Stosur è entrata a far parte di quella ristretta elite di giocatrici che possono dire di aver vinto un torneo del Grande Slam.

Serena Williams fallisce invece l'appuntamento con il 14esimo Slam (il quarto new-yorkese) pagando una giornata sottotono in tutti i “fondamentali” (come ad esempio il 52% di prime palle) e i troppi errori non forzati (più del doppio rispetto all'avversaria, 25-12). Contro una Stosur capace di aggredirla con un dritto in gran spolvero e brava nelle variazioni di ritmo con il rovescio, ci sarebbe voluta una Williams completamente diversa da quella oggi vista all'opera.


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