Il trionfo di Djokovic

Inserito il 13 settembre 2011 09:40 da Redazione in Internazionale

tennis_016Il serbo conquista il suo primo Us Open battendo per la sesta volta in stagione Rafa Nadal. 6-4 6-2 6-7 6-1 lo score finale...

di Andrea Nizzero - www.tennisitaliano.it

Irripetibile Djokovic

Nole batte Nadal per la sesta volta quest'anno e vince il suo quarto Slam, i suoi primi US Open. Il suo 2011 potrebbe essere la miglior stagione dell'Era Open.

Ci sono numeri, statistiche e parole in grande abbondanza con cui provare a descrivere il 2011 di Novak Djokovic. La sensazione è che sarebbe un tentativo vano.

La migliore stagione dell'Era Open da quando Rod Laver ne salutò l'avvento con il suo secondo Grande Slam è qualcosa che gli appassionati di tennis hanno avuto la possibilità di vivere durante 9 mesi che difficilmente potranno essere eguagliati. McEnroe, Federer e simpatizzanti possono non essere d'accordo, ma questi 10 titoli, dei quali tre sono Slam e cinque sono Masters 1000, impreziositi da ben sei vittorie su un immortale che risponde al nome di Rafael Nadal, riescono a rendere perdente qualsiasi paragone.

Quando infatti il maiorchino, battuto ma lucido, guardandolo afferma: “quello che hai fatto quest'anno è forse impossibile da ripetere”, sa di avere poche possibilità di essere smentito. La 64esima vittoria di questa stagione e il 28esimo titolo in carriera corrispondono all'edizione numero 130 degli US Open, vinta sul malcapitato Rafa per 62 64 67(3) 61 dopo poco più di quattro ore di gioco di intensità stupefacente.

Ma nonostante la lotta e il terzo set vinto grazie al puro e semplice rifiuto di perdere, il toro di Manacor mai deve essersi sentito così impotente di fronte a un avversario che oltre ad avere le caratteristiche tecniche perfette per creargli problemi sul campo, gli è ormai definitivamente entrato in testa, disinnescando la vera arma in più dello spagnolo.

L'avvio di partita era stato fuorviante. I primi due intensissimi game li porta infatti a casa Nadal. Partire forte è l'unico modo che vede per tentare di dimenticarsi - e far dimenticare a Nole - l'impietoso 5 a zero che il loro record del 2011 recita a favore del serbo.

In realtà, riesce solo a procurarsi un vantaggio effimero, destinato a svanire con l'ingresso in partita del serbo.

Djokovic si riprende il break immediatamente e nel turno di servizio successivo si salva per tre volte. Non si volterà più indietro, proseguendo fino a firmare il parziale di 6 giochi a zero che gli consegna un primo set preoccupante per i circa 23000 dell'Arthur Ashe Stadium, desiderosi di vedere una vera partita e probabilmente per larga parte di provenienza NFL, almeno a giudicare dall'indisciplinatezza.

Il secondo set sembra il seguito del primo, ma il quinto game regala le emozioni che fanno passare in secondo piano una trama povera di colpi di scena. Diciassette minuti di qualità e intensità straordinarie, un braccio di ferro asfissiante da cui Djokovic esce con il pugno alzato, Nadal con la testa china e i raccattapalle con il fiatone. Lo strappo è pesante e sembra definitivo, ma Rafa riesce a riportarsi sul quattro pari. Un suo pessimo game al servizio, condito da tre errori di dritto spiegabili solo con la fretta dettata dalla mancanza di tranquillità, rimanda però il serbo a servire per il vantaggio di due set a zero, ottenendolo.

Quando poco dopo ottiene un turno di servizio di vantaggio anche nel terzo parziale, la partita sembra aver preso la strada di Belgrado. In realtà, a Djokovic non basterà andare in vantaggio per tre volte di un break per chiudere il set. La partita perde un po' in qualità, ma ne guadagna in incertezza ed emozioni. Il pubblico si infiamma e, per quanto indisciplinato, trasforma l'Arthur Ashe nel catino traboccante entusiasmo che rende unici gli US Open. Nole, dopo aver servito senza successo per il match, si fa trascinare al tie break dove la stanchezza, un fastidio alla parte lombare della schiena e soprattutto la disperata determinazione di Nadal sembrano capovolgere tutte le sensazioni avute fin lì. Lo spagnolo lo vince per 7 punti a 3.

Mentre un Nole dall'atteggiamento piuttosto negativo chiede il medical time out e si fa trattare la schiena, Rafa non può che sembrare addirittura il favorito. Nessuno può immaginare che il serbo, pur servendo al 75% della velocità e muovendosi con grande circospezione, lo avrebbe costretto invece a subire il set dal punteggio più severo, un 61 che non lascia spazio a nessun tipo di incertezza. Il match si chiude con un dritto vincente e il serbo che si lascia cadere disteso a terra. E' il suo quarto slam, il suo primo US Open.

C'è chi cerca nella vittoria in Coppa Davis dello scorso anno la fonte della trasformazione di Djokovic. Chi accredita tutto alla misteriosa camera ipobarica che ha fatto discutere alla vigilia del torneo, o alla diagnosi della leggera forma di celiachia che gli ha permesso di aggiustarsi la dieta. Varie ipotesi che conducono a una conclusione comune, che non è una tesi ma una certezza: Nole è il più forte del pianeta.


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