Preferenze cromatice

Inserito il 30 agosto 2005 15:51 da Alessandro Bianchi in Editoriali
Principalmente per i più giovani, l'utilizzo dei colori può essere una valida soluzione per alcuni "problemi" di attenzione o comunque perché ci si trova in una situazione nuova e complessa, come il colpire una pallina da tennis che implica una consequenzialità di movimenti che “normalmente” non vengono utilizzati, almeno contemporaneamente. Infatti i colori, sono fra le prime cose che si distinguono, e che ci vengono insegnati fin da bambini. Quando scegliamo un oggetto per noi o qualcuno, arriviamo alla fine dicendo "che colore, rosso o blu?", anche per indicare una preferenza di cibi, c'è chi è attirato da quelli chiari, chi da quelli scuri e così via.


Quindi le preferenze cromatiche vengono applicate automaticamente dalla nostra mente e vengono trasferite in tutti i campi. Noi così prendiamo anche scelte riguardanti situazioni critiche(avete mai visto nei film la scelta del cavo che fa saltare tutto in aria o che ti salva?rosso, blu o giallo?), quindi se normalmente le preferenze cromatiche vengono utilizzate inconsciamente dal nostro cervello, perché non trasferirle nel tennis, quindi sulla pallina?


Si potrebbe insegnare(ai più piccoli, sarebbe perfetto) che la pallina assume determinate tonalità, differenti per ognuno di noi durante lo scambio. Se la pallina viene verso di noi, assumerà il nostro colore preferito(ad esempio blu), in modo che già inconsciamente ci si butti verso il colore mentre quando va in direzione opposta, assumerà un altro colore(ad esempio nero), per lo stesso meccanismo, ma questa volta inverso.
 
Dopo un po' di tempo, il processo diventerebbe automatico, senza dover più pensare ai colori.
Analogo discorso si può fare per le varie zone del campo, o per la difficoltà del colpo avversario.



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