Game, set & match Federer: 1000 di questi giorni

Inserito il 11 gennaio 2015 14:21 da Davide Paganin in ATP e dintorni
federer 5Il campione svizzero apre l'anno con il titolo di Brisbane, ma soprattutto sigilla il millesimo successo sul circuito maggiore.


Foto Ray Giubilo

"Game, set & match Federer".

Lo speaker annuncia il risultato "6-4, 6-7, 6-4". Roger si avvicina alla rete, stringe la mano all'avversario, quindi al giudice di sedia. Si dirige al centro del campo e saluta il pubblico che lo lo ha tifato con tutto se stesso nelle ultime due ore e mezza. Una giornata come tante altre.

Solo che per Roger Federer è la millesima volta che questo copione si ripete. 

Un anno esatto da oggi, nella finale dell'ATP 250 di Brisbane, la vittoria non era andata a lui, ma al padrone di casa e principale rivale agli albori di una lunga carriera, l'australiano Lleyton Hewitt. Una giornata storta, dove non è stato certo la qualità a fare da padrone, probabilmente non un giorno memorabile.

Stesso palcoscenico, la Patrick Rafter Arena, un anno dopo diventa la fotografia da incorniciare per una carriera. Si potrebbe dire una delle tante che vanno a riempire un muro stracolmo, ma durante la premiazione si capisce che effettivamente c'è qualcosa di diverso nell'aria. Un Roger in lacrime nel momento di ricevere l'83° titolo della propria carriera, di certo non lo si vede tutti i giorni. Neanche il 17° Slam vinto, a Wimblendon 2012 dopo due anni di digiuno, era riuscito a tanto.

Ed anche la maniera in cui tutto questo è stato ottenuto, questa settimana. Il debutto con un altro tennista locale, John Millman, era stato tutt'altro che piacevole: perso il primo set e sotto di un break nel secondo, il rischio di far partire il 2015 nel peggiore dei modi e la schiena che sembra ancora quella di fine 2014. Poi la rimonta e la salvezza, i facili trionfi su Duckworth e Dimitrov ed oggi una combattutissima finale, contro una delle figure emergenti del circuito. 
Il canadese Milos Raonic, nonostante la maratona affrontata in semifinale per superare Kei Nishikori, sembra fresco e determinato a tutti i costi a rompere le uova nel paniere al protagonista della giornata. Serve costantemente sopra i 200 km/h, con punte sopra i 230, ma soprattutto s'inventa in una maniera del tutto nuova: rincorre ogni palla, aggredisce e spinge su ogni scambio, compiendo degli autentici miracoli sin dalla risposta.

Anche ad un passo dal baratro, sotto di un set ed indietro di un minibreak nel tiebreak del secondo parziale, il tennista canadese non si lascia andare ed anzi continua a salire nella qualità del gioco, mettendo a segno sette punti consecutivi ed allungando l'incontro al terzo set. Non solo, parte in quinta nella partita decisiva, costringendo Federer a confrontarsi con tre palle break e tenere un soffertissimo game di 18 punti giocati e 13 minuti di durata. Tutto solo per un game.
E via allora, guerra sia. Entrambi i contendenti servono al meglio delle proprie possibilità, ma non basta: ogni game va ai vantaggi, quasi sempre ci sono da annullare palle break, almeno per arrivare al 3 pari dopo oltre 40 minuti.
Tre game apparentemente facili, ace a ripetizione (a fine giornata saranno 21 per Federer, "solo" 14 per Raonic), si arriva al 5-4, Roger risponde. 30-30 ed ecco il segnale di cedimento che finalmente aspettava, per il quale aveva tenuto testa quasi miracolosamente ad un incontenibile avversario: doppio fallo, match, point. Championship point, "1000°" point. Seconda di servizio, scambio tesissimo, alla fine la palla di Raonic si ferma sulla rete.

"Game, set & match Federer"

Chissà se nel lontano Settembre 1998, quando un ancora minorenne Roger superava nel primo turno dell'ATP di Toulouse l'allora 45 del mondo Guillaume Raoux, il giovane svizzero pensava nel momento di stringere la mano all'arbitro che tutto ciò si sarebbe ripetuto altre 999 volte. 

Diciassette anni dopo eccoci qua. E' solo il terzo a riuscirci, dopo Ivan Lendl e Jimmy Connors. Quest'ultimo arrivato molto più lontano, con 109 titoli e ben 1253 vittorie. E' troppo presto per dire quanto più lontano arriverà, ma un Federer così sembra avere intenzione di viverne ancora di queste giornate. E a tutti i suoi tifosi non resta che augurarselo.


Mille di questi giorni Roger, mille di questi giorni.



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