L'Australian Open delle conferme, in tutti i sensi

Inserito il 20 gennaio 2011 14:40 da Matteo Rinaldi in Il punto

Schiavone_8Francesca Schiavone e Flavia Pennetta. E' sempre a loro che l'Italia tennistica si aggrappa per arrivare alla seconda settimana di un torneo del Grande Slam, con percorsi però differenti.


Entrambe nei primi due turni affrontavano giocatrici sulla carta decisamente inferiori, ma mentre la Pennetta si è sbarazzata delle avversarie in modo molto facile(7 games persi), la Schiavone ha palesato uno stato di forma ben lontano dai suoi standard, cedendo un set alla modesta spagnola Parra e poi complicandosi maledettamente la vita contro la canadese, di chiari origini italiane, Rebecca Marino.

Però alla fine Francesca, più col cuore che col gioco, si è issata al terzo turno con la concreta possibilità di bissare gli ottavi dell'anno scorso(tutt'altro che impossibile il match contro la Niculescu), risultato che invece rappresenterebbe la migliore prestazione in carriera a Melbourne per Flavia, che in questo torneo ha sempre faticato. La brindisina per farlo però dovrà superare un osso durissimo, rappresentato dall'israeliana Shahar Peer, che l'ha già fermata agli US Open. Troppo facili per la Pennetta i primi due incontri per capire il suo attuale livello di gioco, una vittoria sulla Peer rappresenterebbe però un bel segnale per risalire il ranking mondiale dopo un 2010 non eccezionale in singolare.

Per il resto la pattuglia azzurra si è dissolta nei primi due turni, anche se alcuni match sono stati perduti sul filo di lana, come nel caso di Romina Oprandi con la Kirilenko(brava comunque)e Roberta Vinci contro Alicia Molik(occasione persa). La Errani è sbattuta su Venus, Camerin e Brianti hanno fatto il possibile strappando un set ad avversarie più forti come Dushevina e Cibulkova. Resta la sensazione che, con l'età delle nostre due migliori giocatrici che avanza, ci sia una certa difficoltà nel trovare dei ricambi adeguati, come dimostra la scarna presenza italica nel tabellone di qualificazione.

Un capitolo a parte lo merita Tathiana Garbin. Certo, probabilmente anche lei sperava di chiudere la propria carriera da singolarista in modo migliore e invece ha rimediato un doppio 6-0 da Marion Bartoli, ma la testa di "Tax" era già rivolta al futuro, che la vede collaborare con Romina Oprandi e probabilmente avere un ruolo all'interno della nostra federazione. Speriamo che Tathiana riesca a trasmettere tutta la sua positività, oltre che ovviamente la sua esperienza, al nostro tennis.

Bilancio al maschile: un secondo turno e 5 primi turni. E il bello è che l'anno scorso andò addirittura peggio, con tutti i nostri giocatori eliminati subito.

Purtroppo a Melbourne si è avuta l'ennesima dimostrazione che, a questo livello, proprio non riusciamo ad essere competitivi. E pensare che la spedizione azzurra nelle qualificazioni era andata molto meglio di tante altre volte, con Flavio Cipolla e Marco Crugnola in grado di ottenere un posto nel main draw.

Per trovare un giocatore azzurro in grado di arrivare al terzo turno di questo torneo bisogna addirittura risalire al millennio scorso: l'eroe fu Gianluca Pozzi nel 1999. Obiettivamente impossibili i compiti per Starace(con Soderling)e Crugnola(con Berdych), Fognini, vittima dei soliti alti e bassi, ha perso un match possibile con Nishikori,  Volandri si è discretamente difeso con Andreev ma col solito grave handicap del servizio. Cipolla ha perso in modo troppo netto da Benoit Paire.

Per quanto riguarda Andreas Seppi, l'altoatesino ha rischiato una brutta figura contro Arnaud Clement salvandosi al quinto, per poi mancare di concretezza(e non è la prima volta ahinoi)contro un Jo-Wilfried Tsonga non apparso in forma smagliante. La sensazione è che a questo giocatore manchi quella personalità e cattiveria agonistica necessari per farsi trovare pronto nei momenti caldi dei match, come dimostrato soprattutto nel secondo set del match contro il transalpino.


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