Astrid Besser

Inserito il 14 agosto 2007 11:29 da Redazione in Il punto
In quel di Jesi abbiamo intervistato la talentuosa Astrid Besser, che ci racconta della sua giovane carriera sin dagli albori.

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Astrid Besser è una ragazza toscana che il prossimo primo settembre compirà 18 anni: è lei stessa nel corso dell'intervista a rimarcare che "manca meno di un mese" al fatidico raggiungimento di quella soglia che da molti ragazzi viene vista come uno dei primi traguardi da raggiungere nel corso della propria vita; ma Astrid Besser non è una ragazza toscana qualsiasi, sin da giovanissima pareva essere una predestinata in un determinato ambito, quello del tennis.
Cresciuta sin dai primi rudimenti dal padre Eike, Astrid si è subito imposta all'attenzione a livello nazionale: un talento precoce, tanto che perfino uno sponsor le mise gli occhi addosso, sponsor che tuttora economicamente la segue: "Devo molto alla Sasch (azienda di abbigliamento di moda di Firenze) che mi ha seguito sin dai primi passi nel circuito giovanile e mi ha messo sotto contratto dopo la mia vittoria nella Coppa Lambertenghi (manifestazione nazionale a livello under 12): se ora giro per il circuito devo loro un ringraziamento". Evento raro che in Italia uno sponsor creda, segua e dia una consistente mano ad un giocatore (o giocatrice in questo caso) sin dalla tenera età; se la Sasch ha creduto tanto in Astrid, vuol dire che l'allora ragazzina prometteva davvero bene, e queste promesse sono ancora intatte e cristalline.
La carriera della Besser è stata, come dicevamo, alquanto repentina nella fase iniziale "già a 13 anni ero classificata seconda categoria e disputavo gli Open" e ciò ha comportato che fosse costantemente nel mirino della federazione: "Sono sempre stata convocata per tutte le rappresentative giovanili azzurre, under 14 ed under 16 comprese, ma questo non ha influito sul fatto che sia sempre rimasta ad allenarmi a Quarrata (paese a 10 minuti d'auto da Prato, sebbene in provincia di Pistoia, dove Astrid risiede con la famiglia) con mio padre. Sono sì stata tesserata per un circolo romano, nonostante non abbia per ora mai giocato nella Serie A (esordirà quest'anno, proprio col team di Prato), tuttavia non mi sono mossa dal mio paese". Famiglia numerosa, Astrid ha due fratelli ed una sorella, tutti più giovani - "il più grande ha iniziato tardi, gioca bene e mi fa da sparring partner quando non sono a fare tornei, mia sorella sta pian piano crescendo, mentre il più piccolo, che ha solo 8 anni, gioca poco ma è il più talentuoso di tutti" -  e proprio per un motivo familiare deve il suo particolare esordio nel circuito professionistico nell'autunno del 2003. "Avevo 14 anni ed andai a fare due tornei in Venezuela, questo per un volere materno, dato che mia madre è venezuelana ed avevamo deciso che il mio esordio nel circuito pro sarebbe proprio avvenuto nel suo paese d'origine: ecco perchè ho cominciato a Valencia e poi a Caracas la mia carriera da professionista".
L'esordio nel circuito professionistico è quindi avvenuto in Sudamerica  - nel primo dei due tornei riuscì addirittura ad ottenere la qualificazione - e già nel 2004 Astrid otteneva i primi risultati di rilievo, non solo a livello juniores, perfino nel circuito maggiore: per citarne uno, ad Ancona arrivò ad un passo dal qualificarsi per i quarti di finale in un 10.000$, continuando però a cimentarsi perlopiù nell'attività giovanile. La prima impennata di risultati a livello internazionale è avvenuta però l'anno seguente "Iniziai l'anno molto bene, vinsi un torneo junior in Austria battendo Karin Knapp in finale e raccolsi diversi risultati - semifinale in un G1 croato, finale in un G2 francese - tanto che partecipai ai tornei Slam juniores. Purtroppo, nella seconda parte di quell'annata ebbi un problema, una fastidiosa fascite plantare, che mi tenne ferma diversi mesi: furono costretti a mettermi il gesso, perché se fosse stato per me, sarei scesa in campo a giocare in qualsiasi condizione mi fossi trovata."
Passione, grandissima passione. D'altronde non è possibile fare una vita in questi termini senza essere completamente dediti al tennis. Sempre accompagnata dal padre, Astrid la trovi con facilità in campo "mi alleno moltissime ore al giorno" e si nota, dando un'occhiata ai suoi risultati, come abbia una programmazione molto ambiziosa "è vero, quest'anno ho giocato pochissimi 10.000$, per diversi motivi: i tornei così piccoli li gioco solo se si disputano poco lontano da casa, difficilmente faccio lunghi viaggi per giocare 10.000$. E poi per un fattore motivazionale: più elevato è il valore della competizione, più riesco a trarre il meglio dal mio tennis". I risultati assecondano tale teoria, si veda come si è ben comportata nei 100.000$ quest'anno: se si esclude l'eliminazione al debutto al Tiro-A-Volo di Roma, la Besser ha centrato il turno di qualificazione a Cagnes-sur-Mer superando Nadege Vergos e Sabine Klaschka e soprattutto la qualificazione a Biella "ho giocato davvero bene in quel weekend, eliminando due giocatrici di spessore come la Huck ed in particolar modo la Ivanova, peccato poi per il main draw, ma già mi ritenevo soddisfatta per i tre match di qualificazione" nel tabellone principale trovò la Pironkova "speravo a tutti i costi di non incontrarla, quando ho visto quali erano i possibili accoppiamenti ho subito pensato che era la giocatrice da evitare, l'avevo vista poche settimane prima portare al terzo set Serena Williams al Roland Garros.. ed immancabilmente me la sono ritrovata di fronte: sono entrata condizionata in quel match e non sono stata in grado di fare partita con la forte bulgara".
Purtroppo dopo quel match è arrivato un periodo buio "Dopo Biella sono andata a Palermo, dove ho affrontato la Olaru, una top-100, prima testa di serie nelle qualificazioni. Anche in quell'occasione non sono stata sicuramente fortunata nel sorteggio; sta di fatto che ho giocato un primo set alla pari, non ho assolutamente sfigurato al cospetto della rumena, ma non sono riuscita a dare seguito alla buona prova anche nella frazione seguente. A Monteroni d'Arbia ho invece vinto facilmente la prima partita di qualificazione, contro la Roux, anche se non saprei spiegarti neppure io come ho fatto a rifilarle un doppio 6-1" ed il giorno dopo, con la Remondina "sono entrata in campo e non mi sono sentita affatto in condizione, dopo tre giochi ho capito che non ci sarebbe stato nulla da fare. Giulia, poi, gioca davvero bene ed è in costante progresso. ".
Quest'anno c'è anche stata la prima partecipazione al torneo Internazionale di Roma, nella consueta cornice del Foro Italico "Roma è stata una tappa fondamentale anche perché mi ha permesso di confrontarmi con diverse giocatrici tra le più forti al mondo e tutte quelle con cui mi sono allenata mi hanno confortata sul mio potenziale". Potenziale che è innegabile esista "sì, ma nel tennis conta molto la testa, prima di tutto viene quella e poi le altre componenti, devo migliorare lì" Ma come si vede Astrid Besser tennista? "Mi trovo a mio agio con entrambi i fondamentali da fondo, sia col dritto che col rovescio, non sarei in grado di dirti con quale dei due mi senta più sicura; a rete me la cavo, il servizio è un punto delicato, perchè quando gioco indoor riesco ad essere più incisiva. Ad Ismaning (dove ha vinto l'unico suo titolo, al momento, da professionista, lo scorso novembre), per esempio, misi a segno un sacco di aces, mentre outdoor mi è più difficile"
A proposito di fondamentali, sul dritto di Astrid ci sarebbe di che parlare, dato che l'impugnatura è soggetta a cambiamenti. Appena ne faccio cenno, lei ride, capendo che cercare di spiegare la situazione a chi come me non ne è a conoscenza non è impresa facile "Cominciamo dagli albori: quando presi in mano la prima racchetta iniziai con l'impugnatura bimane da ambo i lati, poichè ero davvero piccolina e la racchetta era più grande di me; tifavo anche per Monica Seles" - sorride sorniona - "ma quello centra in misura minore. E quindi sono cresciuta giocando tutto a due mani. Giocare il dritto bimane mi piace sicuramente di più, per me è più bello, e poi da posizione centrale mi viene più facile utilizzare il dritto in questo modo; anche qualora venissi chiamata a giocare in posizioni pericolose, riuscirei, cambiando l'impostazione del polso, a scampare i pericoli, d'altronde è il tennis con cui sono cresciuta. Con l'impugnatura "classica" invece, sono agevolata quando colpisco in movimento. All'inizio della scorsa stagione sono passata dal bimane a quello ad una mano, quest'anno, ad essere sincera, ho variato spesso, non mantenendo una soluzione univoca. A Padova, nelle qualificazioni del 25.000$ locale, mi dovetti ritirare nell'incontro contro Giorgia Sampietro per un problema al gomito: giocavo ad un mano, allora, e da quel torneo sono tornata stabilmente alla presa bimane."
Un ambito dove certo c'è da fare un po' di chiarezza, quando sarà ritornata dopo un piccolo periodo di stop. Sperando che al rientro anche l'urna sia un po' più benevola. "Già, come facevo riferimento prima non mi posso ritenere fortunata nei sorteggi: già qui a Jesi, dove nei 10.000$ mi potevo attendere anche un esordio più morbido, mi sono ritrovata di fronte una giocatrice come Alexia Virgili, che oltre ad essere molto forte, è anche in un periodo di particolare fiducia. A Biella già ho detto della Pironkova, a Palermo la Olaru e di accoppiamenti non impossibili, viste le altre partite, ce ne sarebbero anche stati; nei 25.000$ friulani ho fatto poca strada perché mi trovavo sempre sulla strada la seconda testa di serie (Perianu a Grado, Gabba a Gorizia), dicasi lo stesso nei 10.000$ romani di primavera. In realtà, tante volte, per scalare la classifica, bastano anche un paio di sorteggi favorevoli, cosa che quest'anno non mi è ancora capitata" Sta attraversando un momento particolare, Astrid, i risultati delle ultime settimane non sono stati dei migliori ed urge una piccola pausa "Ora mi dovrei fermare per qualche settimana, poi torno, probabilmente in Austria (Portschach), aspettandomi molto dalla stagione indoor, dove credo di poter giocare il mio miglior tennis". Quindi viene naturale domandarle se si ritiene una giocatrice prevalentemente da veloce e, se così fosse, come mai giocasse la maggior parte dei tornei sulla terra battuta "Sul rapido Indoor mi trovo bene, è vero, ma non è che disdegni di giocare sulla terra. Quello dipende molto da che tipo di preparazione faccio, ed in base a questa decido come programmarmi".
Lo scorso anno è stata la prima stagione disputata completamente a livello professionistico, se si esclude la parentesi tardo-primaverile con i tornei juniores che si disputano in Italia, dalla Guru Cup di Salsomaggiore Terme al Bonfiglio. Una maggiore propensione a giocare a livello maggiore ha portato la Besser a raggiungere risultati, a scalare la classifica e ad accumulare esperienza. Quella che le servirà assolutamente, come lei stessa ribadisce, per eliminare le ultime scorie e fare un ulteriore salto. Certo, il primo successo avvenuto ad Ismaning lo scorso novembre le resterà dentro per sempre, le prime sensazioni di una vittoria pro, avendo battuto giocatrici in forte ascesa come Anastasia Pivovavora, ex top-10 come Jelena Dokic e tenniste che soffre come Alexia Virgili sono emozioni che giustamente meritano di essere ricordate, ma la scorsa annata ha assunto importanza anche per le diverse qualificazioni ottenute in tornei ITF di alta caratura. "Giocare a livello superiore mi stimola di più e mi porta a giocare meglio" lo dice lei stessa, ed i risultati dello scorso anno ne danno riprova: qualificazione a Cuneo (50.000$+H) e partita combattuta persa contro Mathilde Johansson , giocatrice sulla soglia delle top-100 "Quest'anno a Cuneo è andata un po' diversamente, ho perso al terzo turno di qualificazione, dopo aver vinto facilmente i primi due turni, contro Alice Canepa. Qualche rammarico, ma lei ha giocato bene, al massimo potevo portarla al terzo set, visto che il secondo parziale si è concluso al tie break, ma così non è stato. Con Alice, quest'inverno, mi ci sono allenata, visto che lei è fidanzata con Boesso, l'allenatore di Karin Knapp, dalla quale sono stata una settimana durante la preparazione invernale. Magari ha capito lì come potermi battere" - sorride "e pensare che lo scorso anno l'avevo battuta". Già, a Mestre, dove centrò un'altra bella qualificazione, in un torneo da 50.000$, come quella ottenuta a fine luglio nel pari-grado di Martina Franca. Sul finire dell'anno, invece, sono arrivati i migliori risultati nei 10.000$; oltre alla vittoria di Ismaning, ci fu anche la semifinale a Castel-Gandolfo.
Capitolo obiettivi: "Non sono una che si pone obiettivi a breve e lungo termine, preferisco pensare a migliorarmi e ad ottenere risultati, poi il resto ne è logica conseguenza. Comunque se dovessi proprio fare un numero di classifica intorno al quale mi piacerebbe posizionarmi a fine stagione direi il 300. Certo, così non fosse non sarebbe un problema" Come giusto che sia e come deve essere. Il cammino nel mondo del tennis è iniziato relativamente da poco, la strada è ancora lunga, la dedizione è massima, gli obiettivi, prima o poi, verranno centrati  "il tennis è la mia vita, ho lasciato anche la scuola: piuttosto che fare due cose a metà, ho scelto di farne una, ma di farla bene" Siamo certi che sarà così. Sempre.


Intervista realizzata da Luca Brancher

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